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"Inzaghi ha inserito Sanchez al 69', sotto di un gol, togliendo un esausto Henrikh Mkhitaryan. E per fargli spazio ha deciso di deviare per una volta dal suo dogma del 3-5-2 perché di fatto il cileno ha avuto licenza di spaziare. Si è collocato in una sorta di 3-4-1-2 dietro a Lautaro Martinez e Marcus Thuram, ma lo si è visto spesso spaziare per tutto il campo, abbassarsi a prendere il pallone rovente anche intorno alla metà del campo e giocarlo con qualità. Di fatto, ha messo a disposizione della squadra la sua vibrante personalità che talvolta lo ha portato a complicarsi la vita nel gruppo squadra, ma che in una partita complessa gli permette di smuovere la stasi spazzando via i timori con coraggio e sfacciataggine. Ha ispirato i compagni, ha mostrato loro la retta via e si è candidato a molti più minuti in campo nel prossimo futuro", l'analisi de La Gazzetta che poi pone l'accento sulla prestazione negativa di Arnautovic:
"La sua prestazione è suonata come una dolce melodia rispetto alle stonature di un Marko Arnautovic in difficoltà a San Sebastian. È chiaro che i due calciatori non sono assolutamente paragonabili come profili, ma sul palcoscenico europeo sono state evidenti le 69 presenze di Sanchez in Champions League contro le 5 dell'austriaco. Uno si è giocato alla grande la propria chance, l'altro no", anche se è presto per dare giudizi definitivi.
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