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Lanciato da Mourinho, 5 stagioni in Premier per maturare e adesso Roberto Mancini si gode il suo “Bambino”. Davide Santon è stato richiamato alla base, ed è stato proprio il tecnico nerazzurro a rivolerlo all’Inter, convinto che la sua maturazione potesse dare un contributo alla risalita della squadra.
MATURAZIONE - Il processo di crescita del giocatore è stato evidente, Davide è partito per Newcastle giovanotto ed è tornato uomo, su questo non ci sono dubbi: la nascita della figlia gli fare quello scatto deciso verso il traguardo.
FEBBRAIO – Davide arrivava dall’Inghilterra con una serie di problemi fisici che ne avevano limitato l’impiego, è bastato un mese – quello di febbraio – per verificare lo stato di avanzamento di forma del ragazzo. Arrivato il 2 febbraio a Milano, il 4 era già in campo contro il Napoli e da allora non è più uscito dal rettangolo verde.
PARALLELO – confrontando la prima stagione giocata da Santon con Mourinho e questo primo scorcio con Mancini si evincono numeri importanti: Santon ha aumentato il numero di palloni recuperati (da 4.69 a 9 a partita). I falli sono passati da 1.5 falli a partita contro lo 0,67 di oggi.
OFFENSIVO – un altro dato che lascia ben sperare è la peculiarità offensiva del giocatore che nel primo Mourinho. Santon con il tecnico portoghese limitava il suo raggio d’azione al recupero palla e appoggio al centrocampista. Il Santon di oggi cerca il corridoio, la profondità, non lesina la conclusione dalla distanza e ha costruito 50 verticalizzazioni, quasi 17 a partita, un numero superiore alla media degli esterni difensivi.
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