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Nuovo stadio, cambia tutto. Scaroni: “Forse non più Cattedrale”. Antonello: “Ecco perché”

Stadio, il progetto Populous per il nuovo San Siro
"Se dovessimo decidere domattina alle 7 ci sarebbe la Cattedrale ma non decideremo domani mattina". E Antonello rincara

Daniele Mari

"Non date per scontato che ci sarà la Cattedrale". Lo ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni durante un incontro a Milano in merito al progetto presentato per il nuovo stadio di San Siro nel 2019.

"Se dovessimo decidere domattina alle 7 -continua - ci sarebbe la Cattedrale ma non decideremo domani mattina, purtroppo dico io. Quindi ci riteniamo liberi, mostriamo un rendering che è quello ufficiale del progetto di fattibilità tecnica ed economica".

Nuovo stadio, cambia tutto. Scaroni: “Forse non più Cattedrale”. Antonello: “Ecco perché”- immagine 2

L'amministrazione delegato dell'Inter Alessandro Antonello, sottolinea che, quello presentato in questi giorni per il nuovo stadio Meazza, "non è un progetto esecutivo. Di conseguenza l'obiettivo dello studio di fattibilità è di identificare un'area, dare dei volumi e dare un'idea di ingombro dell'area. Quello che succederà nella fase di progettazione esecutiva partirà dai vincoli che oggi abbiamo in base al progetto di fattibilità tecnico-economica e da lì si svilupperanno quelle che sono le idee architettoniche".

Nuovo stadio, cambia tutto. Scaroni: “Forse non più Cattedrale”. Antonello: “Ecco perché”- immagine 3

L'ad dell'inter continua ribadendo che "abbiamo selezionato Populous perché quella proposta architettonica ci era piaciuta. Oggi siamo qui invece a dire che il progetto di fattibilità tecnico-economico richiede determinati volumi e determinati ingombri. Poi sulla soluzione architettonica avremo tempo di ragionare nella fase di progettazione esecutiva".

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Scaroni conclude dichiarando che "se un processo decisionale prende 3, 4 o 5 anni, in quel lasso di tempo possono succedere tante cose. Eravamo partiti dicendo 'costruiamo 160mila metri quadri' e adesso sono 100mila. Poi dovevamo fare le cose in certi tempi, e adesso cambia la proprietà. Se nel nostro Paese per prendere decisioni ci si mette 10 anni, alla fine tutto cambia, tutto si muove. Voglio dire non è che noi rimaniamo fermi per sempre: di fronte a questi tempi così lunghi, il mondo non fa che cambiare. Pensate, il Milan ha cambiato proprietà, non dico niente, quindi succedono delle cose anche esterne a quello che le amministrazioni vorrebbero"

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