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Martedì sarà un giorno cruciale per lo sport italiano. Si deciderà, in un Consiglio Federale, se andare avanti con il campionato o sospendere tutti i campionati in attesa di vedere eventuali sviluppi positivi nella lotta contro il coronavirus. Ma se il campionato dovesse fermarsi, quali sono gli scenari per il futuro della Serie A?
1- Chiedere lo slittamento dell'Europeo
La prima soluzione è quella maggiormente auspicata dai club del campionato italiano e anche dalla Figc: chiedere alla Uefa di valutare lo slittamento a data da destinarsi dell'Europeo. La competizione internazionale è in programma dal 12 giugno, ma dal 1 i giocatori devono essere a disposizione delle rispettive nazionali. Rimandare la competizione per l'emergenza globale permetterebbe di avere un ampio ventaglio di date ancora utilizzabili. Con questo scenario, la Serie A - ma anche gli altri campionati, visto che l'Ajax ha un giocatore malato - avrebbe il tempo di sospendere il campionato fino al 3 aprile, ad esempio, data in cui scade il decreto firmato dal Premier Conte. E poi recuperare con calma le partite non giocate. Mentre l'Uefa potrebbe collocare l'Europeo in autunno oppure la prossima estate. Scenario che però ha ovviamente bisogno delle istituzioni calcistiche europea e mondiale. Anche perché, in caso di stop, sarebbero da rinviare ache le partite europee delle italiane, tra Champions ed Europa league.
Se l'Uefa dicesse però di no - e oggi nessuno ufficialmente a Nyon apre all'ipotesi - una soluzione andrebbe trovata. La Figc e le sue componenti hanno quindi l'obbligo di valutare un calendario alternativo, che però oggi nessuno si sete di anticipare. In caso di stop forzato, si potrebbe valutare di recuperare partite giocando ogni due giorni anziché tre: una forzatura della prassi, che raccoglie pochissimi consensi. Possibile anche rosicchiare qualche giorno sul calendario internazionale, spostando la Coppa Italia alla fine del campionato, con la finale fissata il 1 giugno, rubando un giorno ai ct che hanno giocatori impiegati in quel match. Caso estremo, come lo slittamento dell'intera coppa ad agosto, con le due semifinali non ancora giocate e la finale da fissare prima dell'inizio della Serie A.
Ovviamente lo scenario peggiore è: fine del campionato. Magari a causa di un giocatore risultato positivo. Cosa fare? Lo statuto della Federcalcio non prevede questa ipotesi, quindi non offre soluzioni, anche perché non succede dal 1915, quando fu sospeso il 23 maggio per l'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra mondiale e mai più terminato. Martedì se ne parlerà: una parte dei presidenti spinge perché si "congeli" la classifica attuale (anche se non tutti avranno giocato lo stesso numero di partite). Cristallizzarla permetterebbe a tutti di mantenere la categoria, ma a nessuno di vincere. Una soluzione per molti inaccettabili ma caldeggiata da altri. Ma come fare poi a stilare una classifica? Toccherebbe, come nel 2006 dopo Calciopoli, al Consiglio federale, che potrebbe anche scegliere di non assegnare uno scudetto, comunicando solo piazzamenti senza titoli per la partecipazione alle coppe europee. Ma la questione è controversa, anche perché di fatto congelare la classifica produrrebbe di cancellare lo straordinario campionato della Lazio, ma pure del Benevento, che in B ha 17 punti di vantaggio. Insomma, il Consiglio dovrà studiare, per non farsi trovare impreparato in caso di necessità, una soluzione che metta d'accordo tutti: in bocca al lupo.
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