Una torta con disegnata la sesta coppa Italia vinta settimana scorsa e una, ancora più grande, con il tricolore e decorata con alcune foto di Josè Mourinho, e poi tanto champagne. Dopo il bagno di folla in piazza Duomo, la scorsa notte l'Inter ha festeggiato il suo 18/o scudetto con una cena in un hotel nei pressi dello stadio Meazza: una festa sobria, chiusa poco dopo le due del mattino, a cui però ha partecipato solo meno della metà della squadra. Il resto degli interisti, è lecito immaginare, si è precipitato in altri locali e discoteche della città.
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SCUDETTO: FESTA IN HOTEL NON PER TUTTI. LA TESTA E’ AL BAYERN. CAMBIASSO: “NON SI PARLI PIU’ DEL 5 MAGGIO: L’ABBIAMO CANCELLATO”
Una torta con disegnata la sesta coppa Italia vinta settimana scorsa e una, ancora più grande, con il tricolore e decorata con alcune foto di Josè Mourinho, e poi tanto champagne. Dopo il bagno di folla in piazza Duomo, la scorsa notte...
Non c'era Mario Balotelli, che come lo scorso anno ha scelto di condividere questo momento con i suoi amici, probabilmente a Brescia. Non c'erano nemmeno Josè Mourinho e Massimo Moratti, che con lo scudetto festeggiava anche il 65/o compleanno. Presenti invece lo staff tecnico, e il figlio del presidente, Angelo Mario Moratti, euforico per «una vittoria importante, soprattutto in vista della finale di Madrid». A uno dei tavoli, con la famiglia, si è notato uno stanchissimo Samuel Etòo, provato dalla gara di Siena al punto che durante il bagno di folla in pullman per le strade di Milano è rimasto praticamente seduto. Con mogli e figli hanno cenato anche i sudamericani nerazzurri, Maicon, Zanetti, Cordoba e Cambiasso, oltre a Sneijder, mano nella mano con la promessa sposa Yolanthe van Kasbergen.
Per tutti, d'obbligo il rito della foto con i circa 300 invitati - fra cui il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri e il regista Gabriele Salvatores - che a turno hanno potuto essere immortalati anche con il trofeo dello scudetto. «Una notte di festa, poi si riposa un giorno, e da martedì si pensa al Bayern Monaco», sorrideva Esteban Cambiasso, rivelando che dopo il successo di Siena Mourinho non è stato l'unico a cui è scappata una lacrima: «È normale quando raccogli i frutti di undici mesi di lavoro, ha pianto anche Zanetti, ho pianto anche io. E - ha raccontato - appena è finita la partita ho pensato che ora abbiamo un'occasione per rendere storica questa stagione che è già straordinaria. Mancano 90 minuti per fare la storia». Dalla storia, invece, per Cambiasso «deve essere cancellato» il ricordo del crollo del 5 maggio 2002. «È già la seconda volta che l'Inter vince all'ultima giornata, ormai il 5 maggio è dimenticato, non se ne deve parlare più».
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