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Sensi e Barella, i diamanti dell’Inter di Conte. E ora sono pronti a…

Andrea Della Sala

I due centrocampisti dell'Inter hanno messo in crisi il Barcellona e sono pronti per la grande sfida di domenica a San Siro

Nell'ottima partita giocata dall'Inter in casa del Barcellona, c'è tanto di Conte, ma si vede parecchio anche l'impatto che stanno avendo a centrocampo Sensi e Barella. I due centrocampisti si sono imposti anche in Champions, dimostrando di essere pronti anche per palcoscenici importanti.

"Fosse stato davvero un esame di maturità, sarebbero tornati a casa anche con l’encomio. L’Inter è rientrata da Barcellona ancora arrabbiata per la sconfitta, ma sul volo per Milano c’era una nuova consapevolezza e un’ennesima conferma: con Nicolò Barella e Stefano Sensi è pronta ad aprire un nuovo capitolo della storia nerazzurra. Gli 86 mila spettatori non hanno spaventato. E nemmeno il confronto con i marziani in blaugrana.

Nicolò e Stefano non hanno tremato e, anzi, si sono esaltati in quello che è uno dei tempi del calcio mondiale. Giocate di qualità e personalità, unite al dinamismo – vedi Barella – e al genio – vedi Sensi -: un cocktail perfetto che per un’ora abbondante ha messo in crisi le certezze del Barcellona e tolto luce e ribalta alla classe dei vari Arthur, Busquets e De Jong. Che qualcosa fosse cambiato era chiaro da tempo, ma questo exploit in Champions porta i due giocatori di Conte su un nuovo livello, lì dove ci sono i grandi del calcio europeo", analizza La Gazzetta dello Sport.

SENSI - "Nella casa che fu dell’idolo Xavi e del fenomeno Iniesta, Sensi ha dimostrato di avere la personalità giusta e la classe dei grandi, entrando praticamente in tutte le sortite offensive nerazzurre e sacrificandosi nella pressione altissima su Busquets, da sempre il primo palleggiatore dei blaugrana. Sensi vive un momento magico, dove sembra riuscirgli praticamente tutto. Ma la fortuna aiuta gli audaci e mercoledì ha premiato l’abilità di Stefano di saper leggere prima le linee di passaggio e difendere pressando in avanti.

Dal rimpallo con De Jong è nata la palla che ha mandato in porta Lautaro per l’illusorio vantaggio, ma le giocate da ricordare sono altre: un’imbucata al limite per Sanchez che ha portato al quasi gol di Barella, un cross velenoso per la testa del cileno che non ha inquadrato la porta, un tiro da fuori di poco alto e un paio di uscite – una di tacco – palla al piede a eludere la pressione del Barcellona. Il Camp Nou ha gradito, applaudendo. E in quello stadio sanno riconoscere la bellezza del gesto tecnico".

BARELLA - "Barella, come detto, ha sfiorato il gol, con l’urlo di gioia strozzato in gola dalla chiusura disperata di Semedo. E come sempre ha lottato e pressato per tre, malgrado un’ammonizione all’alba del match che avrebbe potuto condizionarlo. E invece Nicolò non si è fermato un attimo, ha trascinato i compagni e limitato le geometrie di Arthur e De Jong: finché ha retto, l’Inter ha osato. Domenica sarà lo stesso: Sensi e Barella guarderanno negli occhi la Juve e la sfideranno senza tremare, perché vincere contro i pluricampioni porterebbe in dote già la laurea", chiude il quotidiano.