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"Il calcio è la mia vita, ma ora fatico a pensarci. Riprendere a giocare non è la priorità. Siamo cittadini come altri, pensiamo a chi sta male a chi muore. Ai medici e agli infermieri in prima linea". Stefano Sensi, centrocampista dell'Inter, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Repubblica. Il calciatore marchigiano ha affrontato diversi temi, a partire dal Coronavirusfino ai sogni da realizzare.
ALLENAMENTI - "Il programma è simile a quello che facciamo alla Pinetina. Teniamo alto il battito cardiaco. La differenza è la palla, che non tocco mai. Qualche compagno prova a palleggiare in casa. A me non va, non ha senso. Il rapporto con Conte? Ottimo. È più scherzoso di come si possa pensare, una persona molto diretta. Con alcuni di noi, me compreso, ha atteggiamenti paterni".
RECUPERO - "Oggi sono pronto. Anzi, lo sarei. In questo momento penso che il ragionamento valga per tutti".
TIFO E IDOLO - "Squadra tifata da ragazzino? Nessuna. Seguivo i campionati argentino e brasiliano per la tecnica. Ora il mio cuore è interista. Il mio idolo diventò Xavi, studiavo i suoi video. Quando mi paragonano a lui mi emoziono ma senza montarmi la testa".
CRESCITA - "Vorrei migliorare nella visione periferica. Quel colpo d'occhio veloce che permette di intuire l'evoluzione del gioco e fare il passaggio giusto. Una dote difficile da allenare, ma ci sto lavorando".
ERIKSEN - "Se ha complicato il mio cammino? No, una grande squadra deve avere più giocatori per ogni posizione. Christian ha giocato ad alti livelli, ci ha dato e ci darà una grande mano".
SOGNI - "Vincere con l'Inter, che è casa mia. Giocare gli Europei nel 2021. Poi una grande famiglia".
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