copertina

SEVERGNINI SCRIVE A MARIO: “PUOI SCEGLIERE SE DIVENTARE ROONEY O GASGOIGNE. IMPARA DA ETO’O E PANDEV”

Beppe Severgnini, grande tifoso nerazzurro, scrive a Mario Balotelli una lettera che Supermario dovrebbe leggere con attenzione. Non una predica, ma un invito accorato a non buttare via tutto lo straordinario talento di cui l’ha dotato Madre...

Daniele Mari

Beppe Severgnini, grande tifoso nerazzurro, scrive a Mario Balotelli una lettera che Supermario dovrebbe leggere con attenzione. Non una predica, ma un invito accorato a non buttare via tutto lo straordinario talento di cui l'ha dotato Madre Natura. Nessuno sa di preciso cosa sia successo in questa settimana, ma è evidente che stavolta Balotelli abbia fatto irritare, molto più che Josè Mourinho, i suoi compagni di squadra. Compagni di squadra che poi hanno  dato dimostrazione di straordinaria professionalità sul campo, sacrificandosi l'un per l'altro, con l'esempio emblematico di Samuel Eto'o - vincitore di due Champions League - che ha accettato senza colpo ferire di fare avanti e indietro sulla fascia. Un insegnamento che Mario Balotelli dovrebbe far suo, perché davanti a sè le strade sono due: diventare un fuoriclasse come Wayne Rooney, o perdersi come  un altro fuoriclasse, Gazza Gascoigne:

Caro Supermario, tranquillo: questa non è una superpredica. Solo un modesto suggerimento. Quello che è accaduto nelle ultime 72 ore contiene una magnifica lezione. Non sprecarla. Ero a Stamford Bridge, l’ho visto con i miei occhi. Nella tana del Chelsea, convinta d’aver già passato il turno, l’Inter ha giocato la partita perfetta, e sembra perfettamente chiaro quello che ti ha mandato a dire. In un mondo difficile come quello del calcio - fatto di soldi e pressione, ricordi lunghi e carriere brevi - non c’è posto per i ragazzini. Quindi: è ora di diventare grande. Hai troppo talento per buttarlo via. E potrebbe succedere.Nei campi di calcio del mondo, le panchine sono piene di grandi promesse non mantenute. Mi hai detto, quando ci siamo conosciuti, che non leggi i giornali; ti ho risposto che fai bene. Ma ti ho ricordato come, dopo il tuo sfogo a Verona, due quotidiani - questo e la Gazzetta dello Sport - ti abbiano dato una mano, citando le continue provocazioni che dovevi subire. Lo stesso hanno fatto tanti tifosi interisti che ci hanno scritto, ricordando quanto tu fossi esasperato. Be', adesso cerca di non esasperarli tu. Non è chiaro cosa sia successo tra te e Mourinho: febbre, non febbre, comunicati negati, interviste concesse, sceneggiate, esclusioni e dichiarazioni. L’impressione è che tu l’abbia fatta grossa: non è facile lasciare a casa uno bravo come te in una partita tanto importante. Certo, il tuo allenatore è un’accademia d’arte drammatica individuale, ma sa di calcio e ha il dono che serviva all’Inter: la capacità di trasformare la tensione in energia. L’Inter entrata in campo col Chelsea, e nei due derby, sembrava un toro in un rodeo. Sempre prima sulla palla, 23 contrasti vinti contro 16, solo 12 falli commessi contro 23 subiti. Se hai visto la partita - e l’hai vista di sicuro - avrai notato cos'hanno fatto Eto'o e Pandev. Forse Sneijder è stato più spettacolare, Samuel e Lucio più implacabili, Cambiasso più geometrico. Ma quei due hanno corso come pazzi, impedendo ai terzini del Chelsea di avanzare. Eto’o ha già vinto due Champions League con squadre diverse: eppure ha accettato di ammazzarsi di fatica sulla fascia, lasciando Milito là davanti. Tu, spesso, rientri camminando: irritante. Ancora più irritante è aver annunciato l’ingaggio del procuratore Mino Raiola, tipetto notoriamente difficile, a poche ore da Chelsea-Inter: non un modo di rasserenare l’ambiente. Lui è andato di filato nella sede del Milan, ovviamente per parlare «d’altre cose».Altra mossa intempestiva, che la società, se ha metà del fegato della squadra vista a Londra, dovrà ricordarvi. Lo sappiamo: Eto’o, insieme a Materazzi, ti aiuta e ti protegge. Se il primo ha corso per te, e ti permette di giocare un quarto di finale in Champions; se Marco, parlando di te, è arrivato a dire «gli dirò le cose a muso duro, se le merita» - be', qualcosa non va. Nessuno vuol cambiarti: non devi diventare Zanetti o Cambiasso. Ma il confine tra spontaneità e presunzione esiste, e non va superato. Venerdì sera ero a Londra con Fabio Capello che, oltre a imbroccare il risultato di Chelsea-Inter (complimenti), mi parlava ammirato di Wayne Rooney, di quant’è diventato bravo e affidabile. A vent’anni ti somigliava; poi ha capito che, per diventare un fuoriclasse (milionario) occorre fatica, metodo e rispetto. Anche Gazza Gascoigne era un fuoriclasse: ma è finito in un altro modo. A te la scelta, Mario.