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Simoni: “Inter in Champions League. Steven Zhang mi piace, chi parla male dell’Inter…”

Sabine Bertagna

L'ex allenatore dell'Inter ha raccontato le emozioni dell'incontro con Ronaldo e il privilegio di servire l'Inter

Di senso di appartenenza, nei giorni dedicati ai festeggiamenti per i 110 anni di Inter, hanno parlato in tanti. Gli ex giocatori, la proprietà, l'attuale allenatore. Tutti gli interpellati, prima o dopo, hanno citato l'attaccamento ai colori nerazzurri come un grande privilegio. Un filo conduttore, che attraversa ogni epoca con costanza. Al centro di tutto il legame con una maglia speciale, quella nerazzurra, che cambia per sempre chi la indossa. Lo ha ribadito anche Gigi Simoni, ex tecnico dell'Inter, in questa intervista realizzata con Luca Carmignani, autore della sua biografia insieme a Rudi Ghedini e Luca Tronchetti ("Signori si nasce. Tre vite per il calcio"). Le emozioni che trapelano dal racconto dell'incontro con Ronaldo sono toccanti. Ci toccano perché in quelle emozioni intravediamo anche un po' le nostre. La nostalgia per un'epoca diversa, bellissima e allo stesso tempo non facile e sofferta. E nell'ultima risposta Simoni sintetizza un estratto di quello che dovrebbe essere il manifesto dell'interismo. Rispetto, valori, riconoscenza. Tutto questo lo potete trovare alla voce "senso di appartenenza". Nell'Inter, da sempre, la chiave di tutto...

Mister, sei stato invitato alla festa dei 110 anni dell’Inter, che emozioni hai provato?

L’invito che ho ricevuto dall’Inter mi ha fatto un enorme piacere e devo dire che è stato bellissimo rivedere così tanti amici, dal Presidente Moratti ai miei giocatori, a molte persone cui sono legato. Sono stato sommerso da tanti abbracci ed è stata una bella emozione. Moratti mi ha abbracciato, ci siamo scambiati poche frasi, ma di sincero affetto e stima.  Rivedere Ronaldo dopo tanti anni è stato emozionante.  Appena è entrato è stato sommerso da fotografi, giornalisti, cameraman e amici. Quando io sono arrivato stava facendo le interviste alle televisioni, ho pensato che lo avrei salutato più tardi. In quel momento, invece ,  mi è venuto incontro un addetto dell’Inter che mi ha invitato a seguirlo, si è  avvicinato a Ronnie e gli ha detto: “C’è una persona che ti vuole salutare”. A quel punto Ronaldo si volta e mi vede, si illumina, mi sorride, lascia tutti ad aspettare e mi avvolge in un lungo abbraccio. Devo confessare che ero molto commosso e anche lui lo era, deve essere stato chiaramente visibile perché la nostra emozione si è estesa a tutti i presenti.

E’ stato un vero piacere incontrare tutti i presenti, a Bergomi ho detto che è sempre più bravo a fare il commentatore televisivo. Sia a Bergomi che a Pagliuca, poi, ho fatto i complimenti per i loro due splendidi figli che erano presenti alla festa. Ho avuto la sensazione che tutti fossero orgogliosi di far parte di quel gruppo di premiati e tutti profondamente legati ai colori nerazzurri una sensazione che si poteva toccare con mano.

Ho parlato con Spalletti, è ovviamente felice di allenare questa squadra e orgoglioso dell’incarico che gli è stato affidato. E’ anche contento dei propri giocatori, è forse solo un po’ preoccupato  per questi alti e bassi della squadra, ma sinceramente era fiducioso di poter risolvere il problema (e le partite contro il Napoli e contro la Samp in effetti dimostrano che era una fiducia ben riposta n.d.r.).

Alla festa c’era anche Steven Zhang, che ci dici di lui?

Mi ha fatto un’ottima impressione. Ha parlato molto bene e mi ha trasmesso la sensazione di aver capito cosa voglia dire essere interisti. Mi è parso molto felice e convinto di appartenere al popolo nerazzurro. All’inizio, devo dire, che non ero molto convinto che avere una proprietà straniera fosse un bene, ma, ripeto, l’impressione che mi ha fatto Steven Zhang è stata davvero molto positiva. Del resto chi è passato di qui, da questa società, difficilmente può non venire coinvolto, anzi travolto dalla passione per questa maglia. Almeno così è per me.

L’Inter, ha avuto in questa stagione alti e bassi, anzi più precisamente una fase estremamente positiva per le prime 16 partite, dove ha raccolto 2,5 punti a partita ed una fase decisamente negativa. Adesso sia contro il Napoli che, soprattutto, contro la Samp, sembrerebbe tornato il sereno. Hai una spiegazione a tutto questo?

Qualsiasi mia risposta sarebbe azzardata. E’ vero, l’Inter ha giocato ottime partite per un lungo periodo, poi improvvisamente ha iniziato a giocare male, disputando anche alcune gare pessime. Sinceramente non ho una spiegazione perché dall’esterno non è facile capire. E’ un problema che deve riuscire a risolvere Spalletti. 

Cosa manca a questa Inter?

Manca il gioco, o meglio: in alcune partite non c’è stato. La cosa strana è che la squadra con gli stessi calciatori poi si esprime molto bene e chi aveva fatto prestazioni non all’altezza, sfodera prestazioni di alto livello dimostrando che il gioco c’è. Insomma, è un po’ come la domanda precedente: è difficile capire cosa manchi veramente. Cosa accada ai giocatori spesso è un rebus. Da fuori, poi,  è  impossibile dare spiegazioni.

Pronostico secco: come arriva l’Inter quest’anno? Sbilanciati.

Fra le prime quattro, con ogni probabilità. Se poi gioca come a Genova la Champions è certa.

Guardiamo all’anno prossimo: chi terresti della rosa attuale?

Terrei  tutti anche perchè non mi va di fare i nomi dei (pochi) giocatori che escluderei (per rispetto al mio collega Spalletti e per rispetto ai giocatori stessi). Del resto l’anno prossimo l’Inter disputerà una competizione europea (spero tanto la Champions) e la rosa dovrà necessariamente essere più ampia.

Forza Inter?

Certo, forza Inter, sempre. Aggiungo che io non parlo mai male delle squadre in cui ho lavorato. E’ una forma minima di rispetto. Per l’Inter, in particolare, mi sembra inconcepibile che qualcuno possa vestire questa maglia senza rimanervi affezionato. Chi non è onorato di aver fatto parte dell’Inter non è in linea con i valori che da sempre questa società rappresenta.

(Ringraziamo Luca Carmignani e Gigi Simoni per l'intervista)