- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Ha allenato una delle Inter più amate ed apprezzate degli ultimi vent’anni ed è rimasto nel cuore dei tifosi per la classe sempre manifestata in panchina. Parliamo di Gigi Simoni, che tra i tanti ha avuto il compito di allenare gente del calibro di Baggio, Ronaldo e Simeone. Proprio di quest’ultimo, attualmente allenatore di successo e fama mondiale, ha parlato ai microfoni di FCINTER1908.IT, svelando un simpatico retroscena dei tempi in cui condividevano lo spogliatoio. Ma prima di iniziare a parlare del Cholo, Simoni ha innanzitutto espresso il desiderio di complimentarsi con Claudio Ranieri:
“Sono contentissimo, questa è una soddisfazione che condividiamo tutti. Ranieri è un grande amico e una bravissima persona. Questa che è accaduta è una cosa totalmente inaspettata, sembra che in assoluto sia la vittoria del calcio italiano perché sono tutti emozionati e commossi per un avvenimento destinato a rimanere per sempre nella storia del calcio. Ha vinto con il Leicester, non con lo United. É andato contro la normalità delle cose, ha compiuto l’inimmaginabile".
E dopo gli elogi verso Claudio Ranieri, Gigi Simoni parla anche di Inter, mostrandosi meno compiaciuto per come è andata la stagione nerazzurra
"L’Inter era partita bene, aveva una buona posizione in classifica e dei punti di vantaggio che avrebbe potuto gestire. Poi pian piano c’è stato un calo e sono venute fuori le altre forze del campionato. Non giocare le coppe poteva essere un vantaggio, ma ho la sensazione che l’Inter abbia speso due anni inutilmente, seppur con un allenatore bravo come Mancini. Due anni nella ricerca di rinforzare la squadra, ma evidentemente non è stato così. Mancini è bravo, ha vinto ovunque, ma all’Inter si sono persi due anni costruendo poco. La cosa lascia preoccupati".
Ma la preoccupazione lascia spazio a sentimenti di commozione e stima quando si inizia a parlare di Diego Simeone:
"Simeone è l’allenatore giusto per tutti. Qualcuno lo critica perché non gioca benissimo, ma lui ottiene risultati, spiegatemi come fa a giocar male uno che vince la Liga e che arriva in finale di Champions. Magari non è spettacolare, ma ha meriti incredibili. I giocatori vanno in campo e lottano su tutti gli obiettivi, è stato Simeone il portatore di questi principi. Il Barcellona gioca meglio, ma quando incontra l’Atletico va in difficoltà, non è forse un merito questo? Simeone ti fa vincere, è bravo a prendere giocatori adatti a lui, di temperamento, mentre altri spendono l’iradiddio e non riescono a batterli. Qualcuno dice che in Italia non sarebbe adatto? Adesso si vuol far diventare il calcio enigmatico, tutte le cose sono sempre appesantite da idee e supposizioni, ma non è così. A calcio si può giocare in diversi modi e Simeone ha scelto il proprio, convincendo i suoi giocatori che sono i più forti del mondo. Mi auguro che l’Inter riparta da Simeone, anche perché così potrei rivederlo più spesso. Ricordo che era un giocatore di quantità e qualità, era nato per diventare allenatore e mi piace raccontare questo aneddoto: Era mia abitudine, alla sera del sabato, parlare con i giocatori che non avrei fatto giocare. Gli spiegavo la ragione. Simeone con me ha giocato sempre, ma una volta andammo in Francia per una competizione di Coppa Uefa e la domenica successiva ci avrebbe attesi il derby, così pensai di lasciarlo fuori. In questi momenti c’è sempre un po’ di agitazione in un allenatore, non sai come il calciatore in questione possa recepire il messaggio… Lo chiamai per spiegargli la situazione, gli davo le mie motivazioni, ma lui mi stoppa e mi disse: «mister, lei non è tenuto a spiegarmi niente. Quando io sarò allenatore farò come lei, sceglierò chi far giocare in base alle mie idee, ma non deve farsi scrupoli perché so che lo fa per il bene della squadra» Questo era Diego Pablo Simeone”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA