Il sindaco di Rozzano ha parlato del progetto dell'Inter sulla costruzione del nuovo stadio
Intervistato da Numero Diez, Gianni Ferretti, sindaco di Rozzano, ha parlato del progetto dell'Inter di costruire il nuovo stadio nel comune di Rozzano: "Abbiamo incontrato Antonello per la prima e unica volta ad inizio ottobre. Ci hanno fatto presente di avere una prelazione con la proprietà dell’area che gli interessa (vicino al Forum di Assago ndr.) e che stavano valutando la possibilità di costruire uno stadio a Rozzano. Al momento ci tengo a sottolineare che rimane solo un’idea, ma noi l’abbiamo accolta con estremo entusiasmo. Abbiamo inserito nel PGT (Piano di Governo del Territorio ndr.) la possibilità di costruire lo stadio nell’area che interessa all’Inter. Per noi sarebbe una grande opportunità e la vorremmo cogliere, ma ovviamente non dipende solo da noi. La disponibilità comunque da parte nostra c’è, c’è stata e ci sarà“.
"Oltre a Sesto, secondo me nemmeno Milano è ancora fuori dai giochi e credo che alla fine una delle due squadre potrebbe rimanere lì. Credo che l’Inter prenderà in considerazione tutta una serie di variabili che potrebbero essere le strutture, i trasporti e la viabilità. Credo che da questo punto di vista siamo messi abbastanza bene: l’area d’interesse è servita dalla tangenziale ovest, dalla Milano-Genova, dalla Strada Statale 35 e dal capolinea della Metropolitana che è a 200 metri dalla zona. Per questo credo che Rozzano sia in una posizione abbastanza competitiva, poi non so che ragionamenti stiano facendo su Sesto”.
“Si parla di un impianto con una capienza di 70 mila persone, dunque è inevitabile che avrà un certo impatto. Per questo non si può prescindere da un adeguamento della viabilità e da un rafforzamento dei trasporti. Quell’area è comunque un area edificabile e, se non ospiterà uno stadio, ci verranno costruiti uffici o palazzine. In questi termini, se non si dovesse ospitare un impianto sportivo, l’impatto a livello di traffico sarà addirittura peggiore: lo stadio sposterebbe delle persone per trenta partite in tutto l’anno, un ufficio lo farebbe quotidianamente”.
“Attualmente a Milano non mi sembra ci sia il paradiso e anche lì siamo in una situazione delicata a livello di sicurezza. Ad ogni modo, non sarebbe il primo caso nella storia di stadi dislocati e anzi sarebbe un modo per dare un senso a città metropolitane. Ad oggi è tutto un po’ ‘Milanocentrico’ e l’idea di città allargata che si vuole diffondere rimane solo sulla carta. Uno stadio fuori da Milano avrebbe anche una sua logica in questo senso”.