L'11 settembre del 2016 è il giorno dell’ultima volta in cui il difensore slovacco ha iniziato una gara di Serie A dalla panchina per volontà dell’allenatore. A Roma, contro i giallorossi di Luciano Spalletti, Marco Giampaolo aveva preferito affidarsi alla coppia Silvestre-Regini. Salvo inserirlo a dieci minuti dalla fine, sul 2-2, e vederlo stendere Dzeko in area per il rigore del definitivo 3-2 giallorosso grazie alla trasformazione di Totti ben oltre il 90’. Tutti elementi che avrebbero potuto rallentare l’ascesa dello slovacco. Il quale, invece, dal turno successivo non sarebbe più uscito dai titolari. Se non per "mano" del Giudice sportivo: l’espulsione patita a Roma (si vede che l’Olimpico non gli porta bene) contro la Lazio nel k.o. per 7-3 lo obbligò a saltare la gara successiva in casa contro il Chievo. Insomma, Skriniar ha giocato per scelta tecnica titolare 46 delle ultime 47 gare di campionato tra Sampdoria e Inter.
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Skriniar è diventato insostituibile, con lui in campo migliorano anche i compagni
Lo slovacco si è preso le chiavi della difesa nerazzurra dopo prestazioni di grande livello
Secondo La Gazzetta dello Sportè un numero indicativo della sua crescita. Progressi applicati sia alla fase difensiva al fianco di Miranda sia da regista arretrato con l’avanzamento di Borja Valero a trequartista. L’analisi di Optadella stagione dello slovacco fa emergere medie superiori ai colleghi sia nella fase difensiva sia in quella offensiva. Tra palle recuperate (6,42 per Mino, 4,44 di ruolo), contrasti vinti (1,33 a 1,02), passaggi positivi (53,17 a 35,36), verticalizzazioni (25,08 a 16,23) e falli fatti (9 in 12 giornate) si nota come Skriniar stia alimentando il suo bagaglio in maniera uniforme. Un lavoro personale di cui ne beneficia la squadra - e viceversa - e un’opera quotidiana di Spalletti e del suo staff.
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