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Dopo la sosta obbligata, il punto di forza dell'Inter è venuto sempre meno. La solidità difensiva della squadra di Conte è mancata e gli avversari hanno quasi sempre trovato la via del gol. Le prestazioni anche dei più affidabili sono calate, non ne sarà certo felice il tecnico nerazzurro che fa della solidità difensiva uno dei suoi cardini.
"La notte di Verona certifica anche che la difesa dell’Inter non è più un’arma che fa la differenza. Senza gli squalificati Bastoni e D’Ambrosio, tornava la GDS, con Godin, De Vrij e Skriniar nuovamente titolari insieme dopo 5 mesi. Ma dopo una manciata di secondi, con Skriniar imbambolato davanti a Lazovic nell’azione del vantaggio gialloblù ed evidentemente con la testa negli spogliatoi, si è capito che anche stavolta non sarebbe stata una partita semplice per la retroguardia di Conte. Che nel 2020 ha tenuto la porta inviolata solamente contro l’Udinese e il Brescia. Troppo poco per una squadra e un allenatore che puntavano tutto sulla difesa. E Skriniar, tornato dopo le tre giornate di squalifica per bestemmie e insulti all’arbitro, a Verona è stato il simbolo di questo calo. L’uomo di ferro di Spalletti ha perso lo smalto e spostato a destra nella difesa a tre ha inciso pochissimo. E uno svarione come quello del Bentegodi alla fine è diventato pesantissimo: Milan era un intoccabile, ma il suo futuro all’Inter non è più certo come prima", rivela La Gazzetta dello Sport.
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