Contro la formazione portoghese i nerazzurri hanno fatto una grande gara ma come le altre partite hanno risolto nel secondo tempo grazie al francese
La vittoria contro il Benfica, per come è nata, per quanto creato, per quello che si è visto a San Siro, è una grande botta di autostima per l'Inter di Inzaghi. Arrivava da un pari con la Real Sociedad, una gara ad Empoli vinta uno a zero con qualche difficoltà, la sconfitta col Sassuolo e c'era aria di preoccupazione intorno al gioco dei nerazzurri. A Salerno il 4-0 firmato da Lautaro Martinez era arrivato nel secondo tempo dopo un primo tempo bloccatissimo e aveva dato un segnale di ripresa.
Anche contro i portoghesi in Champions League la vittoria è arrivata nel secondo tempo, ma al pronti via si è vista proprio tutta un'altra squadra. Perché i nerazzurri hanno creato tantissimo. Tanto che a Skysport si è parlato di "ferocia agonistica che appartiene alle grandi formazioni".
"Quel martellamento continuo con un Benfica messo nell’angolo e le ripetute occasioni per l'argentino, oltre alla splendida azione che porta al gol di Thuram, sono la dimostrazione che certe idee e principi di gioco, quando si stratificano nella testa dei giocatori, producono sempre alternative e variabili di gioco che alla fine pagano", ha spiegato Andrea Paventi.
Le partite in questo momento l'Inter le porta a casa nel secondo tempo. Era successo nelle goleade contro Fiorentina e Milan e anche nelle gare contro Empoli e Salernitana e ieri sera contro il Benfica. Contro la Real Sociedad i nerazzurri avevano recuperato il gol di svantaggio, allo stesso modo, nella seconda frazione di gioco. Un fattore, come Thuram. Terzo gol per lui in questa stagione e prima rete in Europa per il francese, il terzo della sua nazionalità nella storia interista dopo Vieira e Djorkaeff.