In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, Wesley Sneijder parla di Inter-Liverpool. Inoltre l'ex centrocampista olandese ricorda la sua avventura in nerazzurro, impossibile non parlare del Triplete. "Ho parlato con i miei amici interisti, sento troppo pessimismo in giro. Facciamo così, ve lo dico io: l’Inter è forte, tutto è possibile, anche eliminare il Liverpool".
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Sneijder: “Inter, tutto è possibile. Ecco il mio consiglio. Troppo pessimismo, ho parlato…”
In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista nerazzurro parla di Inter-Liverpool
Subito, diretto: cos’ha questa Inter della sua?
«La squadra del 2010 aveva un gruppo pazzesco. Non mi è mai più capitato in carriera, un’unità d’intenti irripetibile. Ma per il resto, vedo molte similitudini, il parallelo funziona: i grandi giocatori, la sicurezza mentale dovuta a uno scudetto già vinto, l’entusiasmo. È una squadra bella da vedere, questa qui».
Solo che contro il Liverpool non basterà essere belli...
«Sarà una gara molto intensa, di stampo europeo, l’Inter dovrà essere brava a reggere i ritmi della squadra di Klopp. Il Liverpool ha un organico più collaudato, più abituato a questo tipo di partite. Inzaghi sta lavorando solo da quest’anno. Ma la sua impronta è netta, decisa».
Voi nel 2010 avete affrontato da sfavoriti sia il Chelsea sia Barcellona. Eppure siete arrivati in fondo. Qual è il segreto?
«Io usavo questo trucco, mentalmente approcciavo sempre nella stessa maniera, convincendomi che potesse essere l’ultima occasione, l’ultima gara in Europa della stagione. Questa cosa in un certo senso mi liberava dalla pressione. E mi spingeva a dare il massimo. Se potessi, consiglierei la stessa cosa ai giocatori di oggi. Serve andare a mille all’ora, tenendo acceso il cervello. Solo così puoi sperare di farcela».
Il Liverpool di oggi è il Barcellona del Triplete?
«Onestamente no, lo stile di gioco è molto distante. E quel Barcellona aveva giocatori incredibili in ogni zona del campo...».
Restiamo in Olanda. De Vrij non sembra lui.
«Sa qual è la sua forza? La professionalità. Sa lui prima di tutti gli altri dove ha sbagliato. Ma sa pure che nel calcio possono esserci momenti di alti e bassi. L’importante è saperli gestire. E lui ne uscirà da campione».
Come si limita Salah?
«Gli va tolto il tempo di ragionare. Se gli lasci spazio, non hai scampo. Bisogna accorciare il campo, giocare con le linee strette. E poi...sperare che sbagli anche lui».
L’Inter si è appoggiata molto a Dzeko. È lui la prima preoccupazione per Klopp?
«Direi di sì. Dzeko è come Ibrahimovic: l’età non conta, conta solo quello che dimostri in campo. Il bosniaco è una fuoriserie. E può fare la differenza anche fino a 40 anni».
Sa che nell’Inter un tema di discussione è Handanovic? Samir è stato suo compagno...
«Chi lo discute? È ancora oggi uno dei più forti nel ruolo».
(Gazzetta dello Sport)
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