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Sneijder: “Voglio l’Europeo. L’Inter? A Milano sto bene. E su Mou…”

Riccardo Fusato

Wesley Sneijder ha parlato ieri dal ritiro dell’Olanda, e ha raccontato il suo ultimo anno all’Inter , dell’Europeo che si appresta a vivere con la sua Olanda e del suo futuro.  «Quando ho avuto tutti quegli infortuni ho...

Wesley Sneijder ha parlato ieri dal ritiro dell'Olanda, e ha raccontato il suo ultimo anno all'Inter , dell'Europeo che si appresta a vivere con la sua Olanda e del suo futuro.

 «Quando ho avuto tutti quegli infortuni ho pensato che non sarei mai tornato come prima, ma in realtà tornavo a giocare troppo presto, ero ansioso e sentivo la pressione. Perché il club aveva bisogno di me e io voglio sempre aiutare la squadra. Negli ultimi anni abbiamo cambiato cinque allenatori, ho dovuto giocare dappertutto, ero stanco, meno motivato e non ero felice. Poi è arrivato un allenatore che mi capisce, che idà energia e che ha messo a posto le cose. E c’è stato anche un altro problema per i miei recuperi: quando ci sono tanti infortunati e cinque fisioterapisti, è chiaro che quei cinque si devono concentrare su quelli che possono giocare. Forse c’è bisogno di avere qualcuno anche al di fuori del club…».

Dalle frasi che dice la gente potrebbe pensare che lei rimanga all'Inter?«Io a Milano sto bene, lo sanno tutti. Se non voglio parlare di questo adesso non è perché abbia dubbi, ma perché sono concentrato sull'Europeo ».

Rispetto al 2010 come si sente?«Sono meno stanco rispetto a due anni fa e, proprio perché non ho vinto nulla con il mio club, ho ancora più voglia di prendermi questo titolo».

Poi sarà pronto per tornare, nonostante la qualità del campionato italiano sia così in ribasso?«In Italia, c'è molto più del gioco difensivo che tutti pensano sia abituale: in serie A ci sono ottime squadre e noi, come altri club, abbiamo sempre cercato di produrre buon calcio e di giocare per vincere».

Non tocchiamo questo tasto, sa che è un periodaccio…«E so anche che bisogna stare attenti a come si parla, perché con le traduzioni ogni tanto vi arrivano frasi che hanno un altro significato. Ho detto qualche giorno fa, e lo ripeto, che sembrava si trattasse di un affare che riguardava le squadre minori, invece sono finiti in mezzo alle investigazioni anche club importanti di serie A. Ovviamente non è una bella cosa per l’immagine del campionato, ma il calcio italiano è molto più di questo».

Sente ancora Mourinho?«Sempre, mi ha appena mandato un messaggio per augurarmi buon Europeo. Per me è un secondo padre».

Per fare un buon Europeo dovrà battere il suo Portogallo, uno scoglio tradizionalmente duro per l’Olanda.«Fosse soltanto il Portogallo, o la Germania della quale tutti parlano... Il gruppo è complicato e io adesso sono concentrato sulla prima partita con la Danimarca, che è più forte di due anni fa quando l’abbiamo incontrata al Mondiale. Se non vinciamo con la Danimarca ogni altro discorso è relativo, perché passare il primo turno diventerebbe molto difficile».

L’Olanda è più forte o più debole di due anni fa?«L’Olanda è in forma e non ha paura di nessuno. Giochiamo insieme da tanti anni, siamo tranquilli e sappiamo dove vogliamo e possiamo arrivare".

La sua favorita?«Ce ne sono tante. Anche noi siamonel giro delle squadre favorite, ma non sentiamo pressione, anzi».

In Olanda vi criticano sempre perché giocate male.«Ci siamo abituati. A tutti piace giocare bene, io sono cresciuto con questa idea come i miei compagni. Però credo che la mentalità della gente stia un po’ cambiando in Olanda. Tutti pensano che abbiamo il marchio estetico e dobbiamo rispettarlo, ma alla fine quando vinci il tifoso è felice. Anche se non hai segnato cento gol».