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Sommer: “Non sono sorpreso, conoscevo già l’Inter. Il bello deve ancora venire”

Alessandro De Felice Redattore 
Le dichiarazioni del portiere dell'Inter ai microfoni di RSI Sport, in Svizzera, sulla squadra nerazzurra e la nazionale

Yann Sommer, portiere della Svizzera e dell'Inter, ha parlato ai microfoni di RSI Sport il 31 marzo scorso. Ecco le sue dichiarazioni:

Qual è il tuo segreto?

"La cosa più importante è che vivo bene. Mi spiego meglio: faccio tutto ciò che posso per il mio fisico e per cercare di rendere al meglio. Inoltre, mi diverto ancora tanto a giocare a calcio. Cercare la vittoria praticamente ogni tre giorni, puntare sempre al miglior risultato possibile e perfezionare ancora le mie prestazioni è una grande sfida e ne ho davvero bisogno. Mi serve un 'challenge' per performare sempre al meglio. Penso che il mio livello sia merito delle attenzioni che riservo al calcio giorno dopo giorno".

Giochi 2-3 volte a settimana. Non ti sei mai sentito un po’ stanco e stufo?

"In generale direi di no, però questo discorso tocca tutti i giocatori. Quando giochi spesso, viaggi tanto, la pressione è sempre elevata e c’è tanta tensione. Questo inevitabilmente ti stanca. Vale per tutti i giocatori a qualunque età. Quando torno a casa la cosa importante per me è staccare completamente dal mondo del pallone. Ho fisicamente bisogno materialmente di pensare ad altro, così da poter rifiatare e tornare il giorno dopo ad affrontare nuove sfide al massimo della motivazione".

Sei forse il Nazionale svizzero più famoso, vieni accostato anche a Federer. Che effetto ti fa?

"Beh, difficile da dire. Dovrebbero essere gli altri a giudicarmi. Certo che è bellissimo essere associato a fenomeni che hai citato. Giocare in nazionale è sempre speciale, raggiungere i traguardi con la maglia del proprio Paese ha un sapore davvero speciale. Sono anni che faccio parte della squadra e mi diverto sempre. Cosa dire poi di Roger, semplicemente un idolo".


Senti che le aspettative sulla Nazionale sono aumentate?

"È chiaro che se ti qualifichi spesso agli ottavi la gente finisce per darlo per scontato. Poi se arrivi ai quarti cambiano ancora le aspettative perché si rendono conto che è fattibile. Questo spinge e motiva la squadra. Affronteremo l’Europeo concentrati e rilassati, sappiamo che si riparte da zero con nuove avversarie. Dovremo dare il massimo ancora una volta".

All’Inter hai il posto più sicuro rispetto a quanto accade in Nazionale.

"La concorrenza è normale e fa parte del gioco. Da anni sono in Nazionale e non mi preoccupo. Il mio focus è sul preparare al meglio l'Europeo in Germania. All’Inter la situazione è diversa, ci sono gerarchie chiare: si sa chi è il primo portiere, il secondo e il terzo. Però, chiaramente, se non si garantiscono le prestazioni tutto può cambiare in fretta. In nazionale ci sono i giocatori migliori, ognuno con le situazioni diverse dai club; ma tutti vogliono giocare ed è normale che sia così".

Ti ha sorpreso quanto è forte l’Inter? Non perdete praticamente mai.

"Sorpreso direi di no, anche perché nell’ultima stagione era arrivata in finale di Champions League. Avevo già visto la squadra, si percepivano la qualità e la bravura di Inzaghi. Non vedevo l’ora di iniziare questa avventura ma senza mettermi troppa pressione. Mi son detto: ‘Ok, arrivo in una squadra top italiana ed europea, una squadra unita che si conosce già benissimo’. Per un portiere è bellissimo arrivare in una realtà nuova e trovarla già così compatta e forte, è bellissimo essere all’Inter".

Archiviata l’eliminazione in Champions, in Serie A avete un grande vantaggio sulle altre. Qual è la vostra sfida adesso?

"Evidentemente il nostro obiettivo primario è vincere lo Scudetto. Nelle prossime settimane affronteremo partite molto difficili. Proveremo a fare il massimo dei punti a disposizione ma nessuno ci farà regali, tutte le partite sono e saranno complicate. Poi vedremo se sarà possibile stabilire qualche altro record, ma prima di tutto dovremo pensare al titolo. Anche perché nulla è ancora deciso, dovremo continuare a spingere. Il bello, insomma, deve ancora venire".


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