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-Derby a San Siro...
—Uno stadio che amo già, emozionante, rumoroso, divertente ma mi avevano detto in tanti che è unico. I derby sono tutti speciali ma è questo è unico. Per lo spessore delle due squadre e per lo spessore che ha in Italia. Non vedo l'ora di giocare, sarà una gara da brividi, che aspettano tutti. Si tratta però di una gara particolare, una singola sfida che arriva pure prestissimo. Abbiamo davanti una stagione lunga e può succedere davvero di tutto. Ci sono altre rivali per lo scudetto, ma sono ancora nuovo in Italia: non posso fare ancora previsioni e classifiche.
-Thuram e Pavard...
—Marcus ha potenzialità da top mondiale e spero che faccia quel percorso là. Ha un fisico eccezionale unito a tecnica e, soprattutto, intelligenza. Che ti attacchi uno contro uno, che giochi di sponda con Lautaro o si fermi in area, è pericoloso per gli avversari. Anche la mentalità che gli ha dato il padre è importante, ma è pure un bravo ragazzo fuori dal campo, sempre sorridente e positivo. Benjamin è arrivato in una grande difesa, lui è molto completo, sa leggere la situazione e marca a uomo riparte con la palla e vede la porta. A Monaco era più terzino e adesso magari farà il centrale in un modulo diverso, ma è comunque un bene avere giocatori capaci di fare così tanti ruoli. Se ha voluto l'Inter è perché questo è un top club. La difesa dell'Inter mi fa sentire sicuro e protetto. Da Bastoni a Darmian si muovono come una cosa sola, sono compatti e bravi nel cercare la posizione. È impressionante anche il loro linguaggio del corpo. È un bel vantaggio per un portiere, poi certo arriveranno tiri in porta e toccherà fare il mio lavoro.
-Chi temi del Milan?
—Tutti i loro attaccanti sono forti. Ora li sto studiando nel dettaglio, sono abituato a prepararmi con il preparatore al video per cercare di leggere tutte le possibilità in campo. Anche i rigori, ovviamente.
-Se può riaccadere cosa è accaduto in CL la scorsa stagione?
—La Champions è una competizione dura per tutti, è unica. Si deve incastrare ogni elemento per andare in fondo: piccoli dettagli, la forma al momento giusto e pure un po’ di fortuna. L’anno scorso l’Inter ha giocato in maniera eccezionale e si è meritata la finale: ripetersi è possibile, perché no?
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