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Sosa: “Così convinsi Pellegrini e sua moglie. Inter tornerà  ma è basilare che…”

Lui ha amato l’Inter e gli interisti hanno amato lui. Ruben Sosa, simbolo del calcio romantico di una volta, quello che piaceva e appassionava di più. L’Uruguaiano ha partecipato al match for expo organizzato da Zanetti e si è goduto la...

Alessandro De Felice

Lui ha amato l’Inter e gli interisti hanno amato lui. Ruben Sosa, simbolo del calcio romantico di una volta, quello che piaceva e appassionava di più. L’Uruguaiano ha partecipato al match for expo organizzato da Zanetti e si è goduto la serata a modo suo. Ecco le parole dell’ex attaccante nerazzurro alla Gazzetta dello Sport:“L’Inter è la squadra del cuore ed è il club col quale vorrei lavorare in futuro: che sia con Inter Forever o per la mia scuola calcio di 500 bambini a Montevideo. In Uruguay alleno ancora gli attaccanti del Nacional. Quindi Recoba. Ancora grandissimo lui, corre meno, ma quel piede fa ancora quello che vuole. Che serata quella del ritiro per la maglia di Zanetti, ero talmente deciso a non perdermi neanche un secondo di quella nottata con vecchi amici e grandi campioni che appena sono entrato in campo ho pensato subito una cosa: perché non portarmi il cellulare? E l'ho messo lì, nelle mutande, poi l'ho tenuto in mano, poi l'ho rimesso lì, alla lunga mi è caduto e si è rotto. Però ho fatto dei video strepitosi.L’arrivo in nerazzurro: “All’inizio non giocavo mai, ricordo che anche i giornalisti mi chiedevano quando avrei iniziato a farlo. Stavo in panchina e tifavo, ma intanto dicevo a Bagnoli: mister, quando ha bisogno di gol io ci sono eh… poi la squadra cominciò a perdere e io a giocare. Sa come sono arrivato qui? La moglie di Pellegrini faceva la perizia calligrafica e un giorno mi fece fare l’autografo apposta per poi studiarlo. Se lei diceva di no, il presidente difficilmente ti faceva un contratto. La mia calligrafia venne reputata completamente negativa, secondo la signora Pellegrini evidenziava scarsa voglia nel fare ogni cosa, anche di giocare a calcio. Così decisi di andare da Pellegrini col mio procuratore, Paco Casal. Il presidente ci disse:”e ora che si fa quì? Sono troppi i soldi che mi chiedete”. Dopo ore di trattativa mi venne il colpo di genio, gli dissi che avrei firmato in bianco, di mettere sul contratto la cifra che voleva, con la promessa che se avrei fatto 20 gol mi avrebbe dato quello che chiedevo io: ne feci 24.L’Inter attuale:“Icardi è un bravo attaccante, sa lavorare anche per la squadra, ma la squadra dovrebbe servirgli più palloni. Dovrebbe esultare con maggiore gioia. Il calcio è allegria. L’argentino mi ricorda un po’ Bergkamp che quando segnava non impazziva: perché? A Montevideo seguo sempre le partite dell’Inter, Mancini è bravissimo e ci sono giocatori che sanno essere determinanti, ma l’impressione è che ognuno pare aspetti la scintilla di altri, ovvero che qualche altro risolva la partita. Invece bisogna creare la scintilla di gruppo. Il deputato alla magia? Shaqiri è il più indicato, ma tutti devono lavorare con lui. Questa è una squadra che ha valori importanti e credo non tarderà a entrare nel cuore dei tifosi. Mancini ha saputo entrarci e nell’Inter riesci a farlo solo se metti il cuore. Un uruguaiano da consigliare? Cavani, stava bene in Italia e credo tornerà”. Tornare ad essere l’Inter che fa paura:"L’Inter deve replicare il sentimento di una volta: quando giocavo nella Lazio e dovevo affrontare l’Inter, il solo pensiero metteva paura. Pareggiare contro di loro era come vincere: ecco, l’Inter deve tornare a intimorire, è basilare. Per farlo è necessario credere nella maglia e nei propri compagni. Ogni secondo.Pronostico:“Sono stato sul campo a vedere l’allenamento e se ci mettono questa carica, finisce 3-0 per l’Inter. La squadra deve vedere questa gara come una finale”.