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Spalletti: “Bastoni ottimista di rimettersi. Barella? Ho parlato col medico dell’Inter e…”

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Luciano Spalletti, ct della Nazionale, ha parlato in conferenza a Coverciano. Queste le sue dichiarazioni su Bastoni e non solo
Marco Astori Redattore 

Luciano Spalletti, ct della Nazionale, ha parlato in conferenza a Coverciano. Queste le sue dichiarazioni riportate da TMW: "Le riflessioni sono state tante. I fattori sono sempre diversi, non è mai uno solo il fattore di una gara di quel tipo. Ho trascorso una brutta estate, bruttissima. Il discorso andava sempre lì. Quando si parla di fallimento Europeo bisogna fare un'analisi un po' più corretta perché secondo me è riferita a quella gara lì, con la Svizzera, bruttissima. Contro la Spagna anche abbiamo fatto male, siamo stati messi sotto, poi però la vittoria netta della Spagna ridimensiona un po' la brutta partita contro di loro. La partita contro la Svizzera, invece, è stata bruttissima soprattutto come atteggiamento, siamo stati arrendevoli. Non abbiamo onorato la nostra forza e la nostra storia: mi sento responsabile di ciò che è successo. Tutto ciò che mi succede intorno dipende sempre da me al 100%, ora do un 1% anche ai miei collaboratori ma i giocatori sono esentati da questa responsabilità. Probabilmente gli ho messo troppa pressione addosso e non gli ho dato la possibilità di gustarsi la maglia dell'Italia. Io devo essere attento nel prendere cose nuove per portare un messaggio differente, devo essere il primo a credere che si abbia una forza differente rispetto a ciò che abbiamo fatto vedere. Sono il primo a non volersi arrendere di fronte a qualsiasi difficoltà e ad avere fiducia nel lavoro che posso portare avanti. Non hanno responsabilità i giocatori che erano con me in Germania e nemmeno quelli che sono rimasti a casa. Ora si apre una pagina nuova e visto che adesso bisogna analizzare anche la carta d'identità credo sia questo il momento per fare qualcosa di differente. Questo, inevitabilmente, esclude altri calciatori. Vado a creare un nuovo gruppo, una nuova squadra trasferendo loro meno pressione addosso e facendoli sentire più la bellezza della maglia azzurra".

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Può entrare più nel dettaglio delle convocazioni e sul ritorno di Tonali? Perché non c'è Chiesa?

"Con Chiesa ci siamo sentiti e abbiamo fatto una valutazione equilibrata. Io l'avrei portato come giocatore in più non facendolo partecipare alle due partite. Lui mi ha detto che aveva parlato con la nuova società e aveva bisogno di fare una preparazione specifica per lavorare con loro. C'era bisogno di sviluppare un periodo di allenamento forte, duro, deve adeguarsi ai nuovi metodi di lavoro e parlando lui con i nuovi dirigenti e io con lui tutti eravamo convinti che lui dovesse sviluppare questo lavoro perché può stare sereno per rientrare poi in questo gruppo. Tonali invece s'è allenato regolarmente, è un giocatore sul quale noi riponiamo molta fiducia e viene dentro. E' uno di quelli che ho sentito più di tutti in questo periodo, il ragazzo ha riflettuto molto e questo è un motivo in più per portarlo con noi".


Come evolverà il sistema di gioco? Che Nazionale ha in mente?

"Nelle riflessioni a cui facevamo riferimento prima c'è anche la tattica della squadra. Nelle richieste un po' troppo esigenti c'era anche quella di difendere a quattro e costruire a tre, di cambiare vestito durante la partita e probabilmente quello è stato un errore. Ora questo dubbio voglio toglierlo: giocheremo sempre 3-5-2 o 3-4-2-1. Ora se fate il giochino dei doppi ruoli diventa facile partendo dal 3-5-2 o dal 3-5-1-1 o dal 3-4-2-1. In avanti si è un po' più liberi di interpretare le qualità che si hanno, ma il sistema è quello. Ho riflettuto, probabilmente devo fare in maniera diversa e questa è una delle cose che cambierò. Ricci? Ha sempre fatto il mediano davanti alla difesa e il fatto che possa giocare anche a centrocampo è un qualcosa in più. E' un vantaggio. Ne ho convocati 23 precisi e anche questo è figlio di ciò che ho pensato e visto: chiamandone di più poi gli allenamenti non vengono al meglio, sei lì continuamente a cambiare e loro non sono liberi di allenarsi al meglio. E poi così si sentiranno totalmente dentro il progetto di queste due partite. Voglio tutti i giocatori molto interessati alla causa".

Qual è stata la cosa che ti ha dato più fastidio in questa tua brutta estate?

"La prestazione che abbiamo fatto. Tutto il resto per me conta relativamente. A volte faccio quello arrabbiato, quello che è pronto a mordere, ma sono tutti giochi che si fanno in base alle posizioni. Ma sono 30 anni che faccio questo lavoro e non ho ricordanze di una mia squadra che non ha lottato come quella squadra lì. Abbiamo fatto poco... Bisogna essere obiettivi e fare le giuste valutazioni: io spero che anche altri calciatori abbiano avuto il malessere che ho avuto io durante l'estate. Io questa estate non ho fatto altro che ripensare al ritorno in Nazionale: sono stato tre giorni a Ponza e poi sempre in campagna a casa mia, non sono andato da nessuna parte. Mi dava fastidio aver fatto vivere un momento come la partita contro la Svizzera ai tifosi dell'Italia. Come sta Bastoni? Abbiamo visto cosa è successo durante la partita, l'ha chiamato Buffon e poi io. I dottori erano stati un po' più pessimisti, mentre lui è stato molto più ottimista sulla possibilità di mettere tutto a posto in pochi giorni. E questo già da sabato mattina. Oggi aveva ancora quella idea, si valuterà di giorno in giorno e poi si prenderanno le corrette decisioni".

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Barella?

"Barella mi ha chiamato subito dopo la convocazione e mi ha messo al corrente della sua difficoltà: gli voglio bene, è un professionista serio e in questo caso non posso cambiare la direzione del vento, posso solo adeguare un po' le vele. Per cui debbo avere l'alternativa e aspetto Barella per la prossima convocazione. Ho parlato con Volpi, medico sociale dell'Inter, ma di solito a parlare sono i nostri medici e a loro è stato spiegato bene il problema. Deve farsi questo intervento e l'hanno programmato per questa sosta qui. Nel ragazzo io ho fiducia, l'ho trovato sincero: ha difficoltà respiratorie ed è bene metterlo nelle condizioni di esprimersi al meglio".

Che squadra ha rivisto oggi?

"Quello di oggi è un giorno bello per me e per loro, ci si ritrova qui a far parte della Nazionale. Abbiamo tutte le caratteristiche per poter far bene: abbiamo calciatori che hanno dentro questa convocazione un illustre passato. Abbiamo a che fare con una squadra che ha grande qualità, grande possibilità di livellamento alto. La pensiamo sempre allo stesso modo. E' chiaro che poi a fare la differenza sono la condizione fisica e lo svolgimento interpretativo e di richiesta della partita, ciò che fai nella partita fa la differenza e in questo tenteremo di lasciarli più liberi per mettere in pratica la loro qualità perché di qualità ne hanno".

La squadra ha capito la gravità di ciò che è successo? Perché non c'è Locatelli?

"Stamani sia io che Buffon abbiamo parlato coi giocatori. Per quei dieci minuti che ho parlato mi sono sembrati molto determinati. Quando ha parlato Buffon erano attentissimi, Gigi ha toccato anche tasti emotivi. Il resto poi si svilupperà durante gli allenamenti. A me sono sembrati con lo sguardo corretto visto il momento che stiamo attraverso e per la competizione che andiamo ad affrontare. Questa competizione può darci il vestito corretto per poi andarci a giocare la qualificazione Mondiale, sono gare di altissimo livello che poi ci danno esperienza per andare a giocarci la qualificazione. E poi è un torneo a sé, c'è una classifica e un blasone da rispettare. Locatelli lo conosciamo bene e sta facendo bene, lui è dentro il gruppo che noi pensiamo possa far parte della Nazionale. E' codificabile cosa sa fare e il suo apporto, mentre Fagioli e Ricci hanno possibilità di un cambiamento totale nel farli giocare, hanno iniziato adesso e stanno crescendo. Devono ancora far vedere il loro livello e questo è un po' il ragionamento. E' facile portare Acerbi, il suo rendimento è sicuro. Ma dobbiamo giocare una competizione tra due anni e delle personalità nuove. Da un giocatore di 27-28-30 anni sai cosa aspettarti, un giocatore di 20-22 anni può cambiare totalmente dandogli fiducia in competizioni che non ha giocato".

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