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Spalletti: “Borja un leader, serve gente così. Champions obbligo minimo. Il mercato…”

Altre dichiarazioni dell'allenatore nerazzurro nell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport

Marco Macca

Una squadra da costruire con voglia, orgoglio, grinta, attributi, senso di appartenenza. Ma anche sul mercato. Luciano Spalletti, nella prima parte dell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, ha insistito molto sulla volontà di inculcare alla sua nuova squadra la giusta mentalità. Un punto su cui martellerà i giocatori a partire dai primi giorni di luglio. Ma lui, come tutti i tifosi, si attende anche nuovi innesti di spessore dal mercato. E proprio su questo ha battuto il tecnico dell'Inter:

FAIR PLAY FINANZIARIO E CESSIONI FORZATE - "Qualche complicazione la può dare. Ma non tanto perché temiamo di perdere i grandi giocatori, quanto perché noi siamo quelli che due paroline a questo gruppo le vogliamo dire. E bisogna martellare ora sulle gambe ora sulla testa, intesa come indicazioni tattiche che poi vanno portate in campo".

USCITE - "Ora il vero punto è poter operare sul mercato. A seconda di chi esce, poi, cambiano alcuni obiettivi. Adesso voglio bene a tutti i miei calciatori, non credo al detto che l’erba del vicino è sempre più verde. Ma qualcosa dovremo fare per forza".

BORJA VALERO - "Su certi nomi anche i nostri dirigenti fanno un po’ di “possesso palla” per essere pronti a ogni evenienza. Di sicuro prenderemo due difensori. Borja play basso o trequartista? Può fare entrambe le cose. Non sarà un incursore alla Nainggolan ma ha carattere da vendere, esperienza, sa far girare la palla e non gliela porti mai via. Insomma, a centrocampo può giocare ovunque. E può servire come leader per gli altri. Ripeto, un paio di uomini così servono. Difficile fare risultato puntando solo su gente di 22­-23 anni".

TOURNEE IN ASIA - "Sicuramente tra viaggi, fusi orarie impegni extracalcistici non è facile allenarsi al meglio. Ma è fondamentale sapere che si rischiano degli sberloni perché giochi contro le squadre migliori d’Europa e bisogna essere bravi a fare “micino micino”, come si dice dalle mie parti. A mostrare subito un’identità di squadra che ha la cazzimma. L’Inter deve essere una cosa permanente, avere sempre un profilo chiaro. Il carattere è un dovere nel calcio, bisogna avere la curiosità di esplorare il nuovo per crescere e confrontarsi con i più forti".

CHAMPIONS - "L’obbligo è quello di sentirlo come un obiettivo minimo. Ma sapendo che l’ultima classifica dice che le prime tre erano lontane e che per colmare quel gap dovremo vincere 9­-10 gare in più. Senza dimenticare che anche le altre si stanno rinforzando. Ma prima mi lasci guardare i miei negli occhi e vedere come reagiscono alle sollecitazioni".

(Fonte: La Gazzetta dello Sport)