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Non c'erano troppi giri di parole da fare. C'era da dimostrare che con il Barcellona può capitare di perdere, ma che l'Inter il suo percorso lo ha iniziato dopo quella partita acchiappata all'ultimo minuto contro il Tottenham e quello vuole continuare e per continuare la squadra nerazzurra doveva sapere reagire. Contro la Lazio ci è riuscita: c'erano in palio tre punti, anzi come ha detto Tare prima della partita, in palio ce n'erano sei. A conti fatti, ovvio che sono tre ma intendeva dire che valeva molto. Ora la classifica dice che i nerazzurri sono secondi in classifica, 22 punti, come il Napoli, entrambi a meno sei dall'ancora imprendibile Juventus di Ronaldo. Luciano Spalletti, alla fine della gara vinta contro la formazione guidata da Inzaghi, ha parlato ai microfoni di Skysport. Ecco l'intervista:
-Lei vuole dare l'etichetta di anti-juve alla sua squadra?
Conta la prestazione e noi dobbiamo essere l'anti noi, abbiamo la possibilità di giocare le partite come sappiamo e non dobbiamo concedere nulla. Gli abbiamo dato nel secondo tempo chance di crearci qualche problema e lì ci vedo quello che non abbiamo fatto noi.
-La scelta di Joao Mario ha stupito tutti. E la scelta di de Vrij?
Per me non c'era bisogno di mettere de Vrij nella condizione di farlo fischiare dallo stadio. E' un ragazzo che ha sensibilità e umanità infinita e non volevamo mandarlo in uno stato d'animo senza condizioni ottimali. Borja Valero con il Barcellona ha fatto bene ma ha fatto anche tanta fatica e siamo andati a cercare di mettere la squadra in condizione di giocare al meglio la partita.
-Soddisfatto di Joao Mario?
Nel secondo tempo ha perso qualche vittoria di troppo, ma l'idea era quella della staffetta e sapevamo che avrebbe giocato quando la partita sarebbe diventata calda.
-Le scelte fatte?
Oggi abbiamo giocato una buona partita. Siamo passati dall'essere una squadra senza gioco a una che invece fa bene dopo un buon primo tempo? E' tutto una questione di avvicinamento... Brozovic è stato agevolato perché Miranda e Skriniar hanno fatto girare bene la palla sui due terzini. Abbiamo fatto perdere le corse ad un attacco forte come la Lazio e a volte abbiamo sfruttato gli spazi.
-Un allenatore è contento quando inventa qualcosa. Vedo un'Inter consapevole e Brozovic è la chiave?
Sono d'accordo con lei. Marcelo è uno che ha la bussola direzionata nei piedi, conosce il calcio, ha pulizia nei passaggi e nell'andare a trovare l'uomo libero. Qualche volta la tocca troppo, lui deve essere un mediano che sposta la palla senza neanche toccarla per poi andare a mettere in difficoltà l'avversario col possesso, ora che si è calato in questo ruolo diventa un giocatore fondamentale perché ha conoscenza, piede e personalità del giocatore forte.
-Dopo il Parma qualche dubbio?
Quando si viene a giocare nell'Inter o si fanno grandi risultati o si finisce a fare quello che hanno fatto negli ultimi anni. Chi vuole lasciare le cose come sono si faccia da parte. Il presidente è stato chiaro, serve ambizione e quindi i giocatori devono voler fare partite di livello come queste, con questo atteggiamento contro una grande squadra come la Lazio.
-A volte lei vede nemici...
Questo è il suo pensiero. Io dico quello che penso in base a quello che mi viene detto. Dico l'anti noi perché se gli diamo il pallino come nel secondo tempo poi si diventa normali, poi non voglio fare polemiche. Se ci si confronta poi ci si deve confrontare...
(Fonte: Skysport)
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