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La prima sconfitta è arrivata in casa, in quello che finora, da nove partite (compresa la scorsa stagione) era stato un fortino per i nerazzurri. E' la prima batosta per la squadra di Luciano Spalletti e gli è stata inflitta dalla sua ex squadra, l'Udinese. Ormai i tre punti sono andati, ma quello che conterà da oggi in poi sarà la reazione: quella è mancata nella scorsa stagione di fronte alle difficoltà, adesso a fare la differenza dovrà essere proprio la capacità di analizzare la sconfitta con lucidità e fermare immediatamente, dalla prossima gara, un eventuale onda negativa. Alla fine della gara del Meazza, il mister ha parlato con i giornalisti - tra i quali l'inviato di FCINTER1908.IT - e ha rilasciato queste dichiarazioni:
-Che cosa è mancato oggi alla sua Inter?
Di rientrare in campo come eravamo usciti, era mancata questa qualità, la gestione della palla e la partita come abbiamo fatto di solito. Abbiamo sbagliato troppi palloni facili, ci era successo anche in altre gare, ma eravamo riusciti a metterci in carreggiata. Stasera c'è stata un'involuzione che non mi aspettavo per quello che si era visto nel primo tempo.
-Ha parlato con Thohir?
No, non ci siamo parlati. Lo avevo già conosciuto in Cina, ma oggi non l'ho visto. (E' arrivato direttamente allo stadio.ndr)
-Teme una sorta di contraccolpo psicologico viste le fragilità dello scorso anno?
E' un'insidia che corriamo, valuterò di volta in volta, per come ci si allenerà per gli allenamenti della prossima gara. Per quello che ho visto finora sono tranquillo perché ho potuto constatare dal primo momento che ci siamo conosciuti che vogliono fare le cose bene, sono allenatori di loro stessi, oltre a quello che proponiamo, il renderli partecipi se a qualcuno viene aggiunto qualcosa dalla preparazione o tolto. L'evidenza dei fatti ha risposto che siamo tutti molto organizzati nel fare il nostro lavoro. Valuterò se c'è stato qualcosa di diverso con la sconfitta.
-Chiarezza sul mercato, c'è una scadenza?
Lo faccio per tutelare la squadra perché questi discorsi rischiano di intasare. Se si parla di potenzialità è una cosa, se si fanno tutti i nomi di giugno - quando sembrava arrivasse chissà chi invece poi è stato tutto difficile - noi non ci facciamo del bene. Noi ragioniamo in base al nostro luogo, lo spogliatoio dove bisogna concentrarsi, un giocatore sente arriva un altro e poi magari non è vero, non vede perché gli si deve mandare un messaggio. Questo tipo di mercato di riparazione dà la possibilità di sistemare le cose dopo degli incontri, ma inutile sparare tanti nomi. Se non siamo bravi sul mercato e se non c'è l'occasione giusta non è detto che si vada a migliorare. Io cerco di tutelare la mia squadra da queste voci che poi nella realtà non ci sono.
-Il calo vistoso del secondo tempo ha a che fare con il fatto che l'Inter ha giocato due gare in una settimana?
In una settimana così si può pensare, ma secondo me no. Nel primo tempo abbiamo fatto bene, nel secondo tempo non abbiamo avuto pazienza vicino all'area, non li abbiamo fatti correre, nel primo tempo avevamo fatto meglio. Nei primi dieci minuti abbiamo perso tanti palloni e in due ripartenze ci hanno fatto due gol. Noi abbiamo sbagliato delle letture e loro ci hanno ricavato il massimo.
-Sconfitta che pesa per il risultato o per come è maturata?
Preferisco sempre giocare male e vincere che perdere giocando bene. Non mi aspettavo di perdere, li ho visti lavorare sempre bene, eravamo in linea con quello per cui siamo costruiti. Si farà un'analisi approfondita sui palloni che si possono sbagliare e se gli altri sono bravi a guadagnarci gli si fanno i complimenti e si lavora in maniera più dura perché non ci succeda di avere le indecisioni avute oggi.
-Brozovic come mai è stato sostituito? Era messaggio per la società?
Nei primi dieci minuti del secondo tempo c'era bisogno di fisicità e quadratura. Non so se ho fatto bene o male, ma non volevo mandare un segnale alla società, l'incontro tutti i giorni e posso dire sempre quello che penso. Mi sembrava servisse uno che saltasse l'uomo e ho messo Karamoh ed Eder, Perisic è quello che parte dal basso e riesce a fare certe cose, Yann nello stretto si sa smarcare, deve ancora costruirsi una struttura, è un ragazzino, facile che non dia subito il massimo a disposizione.
-Perché c'è ancora dubbio sul mercato tra quello che si può fare e quello che si farà?
Stiamo cercando di ammortizzare le voci sul possibile mercatone per gestire delle cose e questo non cambia le nostre intenzioni, il nostro obiettivo. Siccome poi si rifanno quei nomi lì allora prima di fare rumore diciamo le cose che bisogna dire che altrimenti quando si fanno tanti discorsi nascono dei professionisti del dubbio, noi i dubbi ce li dobbiamo levare, i professionisti devono ignorarli. Mi dite sempre del mercato, io non voglio nessuno. Se non si può comprare un giocatore forte si deve comunque arrivare all'obiettivo, lo dobbiamo fare punto e basta.
(Fonte: FCINTER1908.IT, dal Meazza Eva A. Provenzano)
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