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"La corsa Champions è la cosa più interessante di questo campionato, eccezion fatta ovviamente per Juve e Napoli. Le due milanesi in questo momento galleggiano nonostante un campionato non degno del loro blasone, la Roma resta in scia malgrado la grave crisi, con Torino e Atalanta che ne hanno approfittato agganciandosi al treno europeo. In tutto questo c’è la variabile Lazio che ha una partita da recuperare in casa con l’Udinese e che potrebbe scalare posizioni importanti in vista di un rush finale senza esclusione di colpi.
"La vittoria in casa del Genoa sembra aver ricompattato l’Inter dopo il brutto scivolone interno con la Lazio in uno scontro diretto che avrebbe potuto allontanare una pretendente diretta ad un posto europeo e dove forse le responsabilità del tecnico sono maggiori rispetto a quelle analizzate. Perché tutti erano impegnati ad approfondire l’affondo post partita del tecnico contro Icardi evidentemente studiato ad arte per non parlare di una partita mal preparata e mal gestita negli uomini e nei cambi.
"Chiaro che col senno di poi siamo tutti bravi, ma quel Gagliardini in spolvero col Milan e confermatosi col Genoa, sarebbe stato determinante anche contro la Lazio per contrastare la fisicità di Milinkovic Savic risultato determinante nostro malgrado in quel di San Siro. L’ex atalantino da emarginato si è fatto trovare pronto nel momento importante della stagione, proprio lui che è stato costretto obtorto collo a subire l’esclusione dalle liste europee (per questioni economiche) non ha mai smesso di allenarsi e bene, per rispondere ‘presente’ alle chiamate più importanti della stagione, dove serve fare la differenza. E lo ha fatto contro Milan e Genoa, sfoderando prestazioni maiuscole. A quota 5 gol ( uno più di Dybala ) ha fatto più gol dei suoi compagni di reparto Vecino (2), Nainggolan (3), Brozovic (2) e J. Mario (1). Più di Politano e keita (4), tanto quanto Perisic (5), con un minutaggio enormemente inferiore. Adesso non lo sto trasformando in Gerrard, avreste diritto a prenotarmi un TSO, ma forse in questo momento potrebbe essere più utile alla causa di quanto si pensi e chi vi scrive non è certo uno dei suoi maggiori sostenitori.
"Contro il Genoa è stata la vittoria di squadra, quella che in questi mesi non si aveva più l’idea che potesse esistere ancora. Perché tutto è strato triturato in una telenovela che ci aveva ammorbato fino ad esasperarci. Più che una squadra di calcio sembrava un fight club, un Gomorra 3.0, dove si litigava per la supremazia dello spogliatoio. Se la strada è quella giusta lo scopriremo già domenica con l’Atalanta, che arriverà a San Siro col sorriso di chi ti ha umiliato a novembre rifilandoti un 4-1 che avrebbe potuto assumere contorni ben più marcati. Bisogna vendicare quella deblacle sportiva con una prestazione di spessore che consenta di restare agganciati al treno Champions in maniera tale da poter preparare al meglio un finale di stagione che ci vedrà affrontare ancora Roma e Juve a San Siro, Frosinone, Napoli e Udinese fuori. Non un calendario particolarmente agevole, ma sostenibile.
"Piccola postilla: non si parla che di Moise Kean in queste settimane. Del prodigio, del fenomeno, del campione. Va benissimo, è comprensibile: 4 gol in appena 209 minuti giocati.
"Mi permetto di ricordare sommessamente che esiste un altro ‘Millenial’ che si sta mettendo in luce, che non è di colore e che non ha un nome straniero, ma che meriterebbe un minimo di attenzione mediatica in più e si chiama Andrea Pinamonti: ha fatto un gol in più di Kean in campionato (5) ovviamente con un minutaggio superiore 1154. Certo poi un conto è giocare nella Juventus, un altro nel Frosinone. Se prosegue nella sua crescita allora potrà diventare un’arma in più anche per la nostra Nazionale.
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