La sua storia all'Inter è appena iniziata, ma il file rouge che lega l'esperienza in nerazzurro al suo passato è intenso e immediatamente riconoscibile: maniacalità tattica, attenzione smisurata ai dettagli, passione, intuizione, istinto e ragionamento. E numeri. Un condensato di emozioni che, in meno di quattro mesi in stagione, hanno già ottenuto i primi grandissimi risultati: 30 punti conquistati in Serie A in 12 giornate (frutto di 9 vittorie e 3 pareggi, fra le poche squadre imbattute in Europa), 23 gol segnati e 9 subiti, una Champions League al momento alla portata, sognando qualcosa in più. Ma, soprattutto, l'amore ritrovato dei tifosi, che stanno spingendo la squadra verso vette inaspettate, riempiendo San Siro e dimostrando una vicinanza straordinaria. L'esempio più recente sono stati i 70 mila del Meazza all'ora di pranzo nella sfida contro il Torino. Sembra un altro mondo, ripensando a come è finita la scorsa stagione. C'è già chi paragona Lucianone a Mourinho, chi lo accosta a Herrera. Intanto, lui, guarda avanti, come sempre: il futuro è tutto da scrivere. Un pezzo di storia, però, lui lo ha già scritto. To be continued...