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"In pochi erano a conoscenza del dramma che stava attraversando l’Uomo Spalletti in questi mesi travagliati ed a quei pochi era stata chiesta massima discrezione e silenzio. In questi mesi devastanti non ha mai mancato un allenamento, mai un ritardo, nonostante i viaggi in Toscana per stare vicino al fratello col quale ha sempre avuto un legame fortissimo. In momenti struggenti e dilanianti, ha avuto un pensiero per la squadra, per i suoi ragazzi postando sui social dei ringraziamenti sentiti dopo la conquista della zona Champions, cosa passata inosservata ad una prima vista superficiale.
"Come intriso di superficialità è il nostro tempo, fatto di apparenza e vizi, con il vomitatoio di social aperti all’odio ed all’insulto facile.
"Mi auguro che un filo di vergogna pervada la mente di coloro che in queste settimane lo hanno insultato e denigrato, incolpandolo di tutto ed il suo contrario. Perché oggi è Spalletti, ieri Mancini e domani sarà Conte dopo un primo periodo magari di giubilo.
"Potrà star simpatico oppure no, ma quest’UOMO in due anni ha riportato l’Inter in Champions tra promesse mai mantenute lo scorso anno e tanti problemi quest’anno e questi sono fatti non parole.
"Perché se è vero che Nainggolan è stato un suo acquisto, è altrettanto vero che il belga ha avuto infortuni come mai in carriera, che Perisic ha vissuto una stagione anonima e Icardi ha disputato la sua peggior annata. Tutto questo al netto di una gestione del caso Icardi balbettante. Se i tre pilastri della squadra floppano poi è semplicistico attribuire tutte le responsabilità ad un tecnico che comunque vada non ha mai perso la testa centrando l’obiettivo richiesto.
"Perché lui, al contrario di altri, ha sempre avuto un comportamento esemplare sul campo, ha dato sempre l’esempio, ci ha messo sempre la faccia, anche al posto di altri. Si è caricato di responsabilità altrui, ha continuato a martellare un gruppo dilaniato dalle faide interne che la società non è riuscita a gestire e mediare. Ha convissuto col dolore di un dramma familiare devastante, cercando di non portarlo all’interno dello spogliatoio.
"Perché quando si accompagna un parente fino alla fine con la consapevole disperazione di non poter far nulla, ci si sente impotenti ed ogni ora, ogni istante è come morire dentro, sentendosi inconsciamente in colpa per non aver potuto fare altro che esseregli accanto. Tutto il resto diventa relativo, perde valore.
"Anche per questo oggi il lavoro di Luciano assume contorni più marcati e netti, anche per questo oggi gli va reso un grazie grande così, incondizionato, affettuoso e carico d’amore.
"Come i sentimenti che ha portato lui fin da subito quando è sbarcato a Milano, lui che non aveva mai avuto trascorsi inclini al nerazzurro, ma che si è sentito all’istante capo popolo di una resurrezione nerazzurra dopo anni di oblio portando avanti con orgoglio smisurato i vessilli dei nostri colori.
"L’UOMO Spalletti merita ogni onore, perché in un mondo calcistico fatto di plastica, ha sempre mostrato un lato umano che lo ha contraddistinto. Andate a chiedere alle persone che gli hanno chiesto un ‘selfie’: sempre col sorriso, sempre disponibile con tutti, a scendere dalla macchina a mettersi a disposizione. Con i tifosi più piccini ha sempre dimostrato una sensibilità fuori dal comune ed oggi non si può buttare tutto nel macero come fosse carta straccia. Perché bisogna tornare a parlare di UOMINI e non di tronisti che di mestiere fanno altro. Grazie Luciano per quello che sei, per quello che hai dimostrato di essere e per quello che hai fatto per l’Inter. Avresti meritato un commiato migliore e ben più degno. Mi auguro che tutto il pubblico interista si faccia un bell’esame di coscienza e ti renda gli onori che meriti perché prima viene l’UOMO e tu hai dimostrato di esserlo fino in fondo.
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