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La vicenda Zanetti-Rambert ormai la conoscono tutti. Nel 1995, agli albori dell'epopea di Massimo Moratti alla guida dell'Inter, la società nerazzurra portò a casa due giovani argentini ai più sconosciuti: Sebastian Rambert e Javier Zanetti.
Uno, Rambert, era considerato un attaccante di grande talento, una vera promessa. L'altro, Zanetti, semplicemente non era nessuno. La storia ha relegato "El Avioncito" (come veniva chiamato Rambert) alla voce "bidoni" e Zanetti alla voce "leggende".
Ora, con le dovute proporzioni, l'Inter spera di aver replicato il colpaccio "involontario". Lo scorso gennaio, infatti, i nerazzurri portarono a casa due giocatori per la Primavera. Uno, Christoph Knasmüllner, arrivava dal Bayern Monaco, dove si era guadagnato l'etichetta pesantissima di "nuovo Schweinsteiger". L'altro, Lukas Spendlhofer, proprio come Zanetti era solo un acquisto di contorno, benchè nelle nazionali giovanili austriache si fosse comunque fatto valere.
A distanza di poco più di un anno, Knasmullner è stato sbolognato (a titolo definitivo) all'Ingolstadt e la sua carriera sembra già in fase discendente. Spendlhofer, invece, dopo un comprensibile periodo di adattamento, si è guadagnato spazio nella Primavera di Stramaccioni e ora è uno dei protagonisti, giocando da difensore centrale in coppia con Kysela.
Spendlhofer, che proviene dal St. Poelten Noe, è un difensore col vizietto del gol. Ha trovato finalmente la via della rete quest'anno in Primavera (il 2-0 contro la Reggina nel Viareggio ndr), non certo una novità per chi, nella sua ex squadra, aveva segnato sei gol in 11 partite prima di arrivare all'Inter.
Difensore dallo stile pulito e preciso, mai troppo falloso nonostante il ruolo, Spendlhofer si candida per un finale di stagione da protagonista con Stramaccioni. E l'Inter continua ad osservarlo con grandissima attenzione, nella speranza di aver trovato un altro "campioncino" involontariamente.
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