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Stadio, Antonello: “Sceglieremo solo sui tempi, Inter-Milan insieme. Se cambia proprietà…”

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Le riflessioni dell'amministratore delegato corporate nerazzurro a proposito del tema stadio

Daniele Vitiello

Nel corso dell'evento organizzato oggi da Il Foglio a San Siro, Alessandro Antonello, amministratore delegato dell'Inter, ha parlato del tema stadio. Questo il suo lungo intervento: "Negli ultimi 10 anni in Europa sono stati costruiti 133 impianti in 10 Paesi e noi come Italia non possiamo rimanere fermi. Ci sono progetti già avanzati per i prossimi anni in infrastrutture sportive e noi ci auguriamo che si possa sbloccare la situazione che darà beneficio economico al Paese, come 250 mila posti di lavoro. Uno stadio moderno è necessario per immettere nel club risorse per la competitività. Ad oggi, siamo in attesa che l'amministrazione comunale nomini il responsabile del dibattito pubblico. Il processo dovrebbe concludersi ad inizio maggio, noi nel frattempo lavoriamo per integrare lo studio di fattibilità già depositato nel 2019 di circa 1000 pagine".

"Il Comune ha chiesto un'ulteriore rettifica degli indici volumetrici e stiamo lavorando per questo. I club hanno deciso di allinearsi al Piano di Governo del Territorio, nonostante ci sia una legge sugli stadi che potrebbe consentire indici volumetrici più alti. Questo per dire che abbiamo sempre ascoltato le richieste della città. Siamo proponenti di un progetto, poi sarà l'amministrazione a doverci dire, per conto dei cittadini, se dovrà essere rivisto. Siamo partiti mille giorni fa, chiaro che un po' di delusione ci sia perché in questo momento vediamo che c'è difficoltà anche di natura politica. I due club hanno dato lustro alla città anche in passato, vogliamo un impianto moderno per essere al passo col calcio europeo".

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"Termine per aspettare la risposta dal Comune? Non c'è più un'esclusiva su San Siro. Oggi è importante avere lo stadio nel più breve termine possibile. Non abbiamo un termine perentorio, valutiamo come procederà il dibattito pubblico e lavoriamo su altre opzioni valutando i termini di fattibilità. Ci auguriamo che si chiarisca il dibattito pubblico prima dell'estate, dopodiché prenderemo le dovute iniziative. L'Inter si è sempre impegnata in questo progetto e continuerà a farlo. Quando si parla di infrastrutture e progetti da eseguire in orizzonti temporali medio-lunghi, è inevitabile che possa anche subire un cambio di proprietà. Non solo nel calcio questo, per cui non è che impedisca di pianificare l'infrastruttura. E' un progetto che si autofinanzia, non c'è nessuna interferenza che possa cambiare l'idea di avere un nuovo stadio per il futuro".

L'ipotesi B esiste. Siamo in un Paese nel quale la democrazia non aiuta e gli investitori hanno bisogno di certezze. L'opzione primaria era avere un 'nuovo San Siro' a San Siro, ora è avere un nuovo stadio prima possibile. Abbiamo necessità di accelerare per avere non solo ricavi, ma anche per dare qualcosa di più alle squadre, alla cittadinanza, ai tifosi. Vogliamo dare un'esperienza diversa. Ci sono discussioni, stiamo valutando opzioni alternative nell'interesse dei club".

"Come detto più volte, San Siro è prestigioso per i successi che Inter e Milan hanno avuto. Siamo convinti che una nuova infrastruttura diventerà altrettanto iconica perché i due club ci giocheranno e vinceranno. I tempi sono la chiave di volta: su questo verrà fatta la scelta, non sulla location. Andremo sempre avanti insieme, non ci sono stati mai dubbi sullo stadio in comune. Avviene da 70 anni questo ed è un esempio, abbiamo un obiettivo comune. I due club di Milano sono tornati all'apice, sarà interessante inaugurare il nuovo stadio con un derby amichevole. I sindaci all'estero vogliono essere ricordati per quello che hanno fatto, non per quello che non hanno fatto. All'estero si fregiano per le grandi opere che hanno lasciato ai cittadini. 

"Tenere San Siro e abbattere il terzo anello? La prima domanda che ci siamo posti era se fosse fattibile la ristrutturazione di San Siro. Per gli studi molto dettagliati, sarebbe stato molto difficile per una serie di fattori oggettivi. Innanzitutto, il dover trovare una location nel raggio di 100 chilometri che potesse ospitare due club. San Siro, inoltre, soffre dei suoi 90 anni, ci sono elementi architettonici difficili da sistemare e anche la natura della ristrutturazione sarebbe pesante con costi elevati. L'ospitalità al terzo anello non era possibile per problemi seri di evacuazione. Indice di liquidità? Il tema della sostenibilità è fondamentale oggi, bisogna coniugarlo con la competitività".