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Stadio, percorso a ostacoli per Inter e Milan: determinante il vincolo storico

Stadio, percorso a ostacoli per Inter e Milan: determinante il vincolo storico - immagine 1
Il progetto tanto voluto da nerazzurri e rossoneri su San Siro continua a non partire, e le preoccupazioni aumentano

Fabio Alampi

La telenovela riguardante lo stadio che, nelle idee di Inter e Milan, dovrebbe prendere il posto di San Siro si arricchisce di nuovi particolari, che di certo non faranno sorridere i due club milanesi. Le parole pronunciate ieri da Vittosio Sgarbi, come sottolinea Tuttosport, rischiano di avere un peso determinante sull'esito del progetto: "Il percorso per il nuovo stadio di Inter e Milan è sempre più una corsa a ostacoli. L'ultimo capitolo l'ha scritto ieri Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura del governo Meloni: «Stiamo preparando un vincolo per tutelare il monumento. L'iter è già partito, a breve lo firmerà il direttore generale del ministero - ha spiegato a Repubblica - sarà un vincolo di tutela storico relazionale, articolo 10 del Codice dei beni culturali, che non riguarda l'età del monumento ma il suo valore simbolico, la sua importanza in quanto memoria storica per i tifosi, per Inter e Milan e per Milano».

I club hanno catalogato le parole di Sgarbi come argomento da non commentare in quanto da ascrivere al dibattito politico in corso sull'argomento. La discriminante tra "sparata" e fatto concreto è però nel vincolo di cui parla il sottosegretario: quasi superfluo sottolineare che sarebbe la pietra tombale sull'abbattimento del Meazza per fare sorgere al suo posto quelle costruzioni che, nei piani del club, dovranno finanziare la costruzione del nuovo impianto, operazione (costo 1,3 miliardi: solo per il progetto esecutivo occorrono 40 milioni) altrimenti insostenibile economicamente".

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Le reazioni di Inter e Milan

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"La sovrintendenza aveva già valutato l'opzione di mettere un vincolo storico sulla struttura però l'ipotesi è decaduta perché dell'impianto costruito nel 1926 era rimasto ben poco. A conferma di quanto sia intricata la matassa, c'è pure la notizia dell'ordine del giorno voluto dal Pd per il 22 dicembre dove si chiedono nuove garanzie ai club destinate, se accolte, a modificare in modo importante il progetto (dall'accesso al nuovo stadio, all'aumento della capienza - punto dolente pure per i tifosi -, fino all'aumento del verde previsto nonché la riqualificazione del quartiere). Sempre che si arrivi all'accordo tra Palazzo Marino e i club, l'ultima parola spetterà al Consiglio Comunale dove i "Sì Meazza" si dividono in modo trasversale tra maggioranza e opposizione.

Per ora, come sottolineato, Milan e Inter mantengono la barra dritta, anche se, soprattutto da parte rossonera, monta sempre più la voglia di farsi uno stadio tutto da sé: Gerry Cardinale ha visitato l'ex aree Falck a Sesto San Giovanni e sarebbe ritenuta interessante pure un'altra area a San Donato. Sala, dal canto suo, è preoccupato per i costi di gestione di un Meazza senza calcio ma Asm Group, leader mondiale nella gestione di stadi e arene a ottobre ha inviato una lettera in Comune per gestire la Scala del Calcio: altro groviglio in questa telenovela che spacca Milano".

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