- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
L'ex centrocampista di Lazio e Inter, Dejan Stankovic, dalle colonne de La Gazzetta dello Sportha analizzato la sfida del Meazzae il momento vissuto dalla squadra di Luciano Spalletti: "Con una ho iniziato e con una ho finito: non posso non portarmi addosso il ricordo. La Lazio sarà sempre nel mio cuore, ma l’Inter... è l’Inter. È stato un onore vestire e vincere tutto con quella maglia. E giocare al Meazza un brivido unico. Mai avuto paura del pubblico, anzi, era una carica in più".
Come si inquadra Inter-Lazio di questa sera?
"Partita mai banale, sempre bellissima come in passato. Simone Inzaghi sta facendo un lavoro eccellente con la Lazio. Non sono sorpreso, lo potevo essere l’anno scorso. Adesso vedo i frutti, vedo calcio vero. E la squadra è in forma. E si presenterà al Meazza con l’intenzione di vincere la partita. Meno in forma è invece l’Inter, ma questi cali li conosco. Esistono da sempre. Ma se togliamo queste ultime due settimane, Luciano Spalletti sta facendo un lavoro spettacolare. Ha plasmato una squadra che gioca a memoria".
I cali esistono, ma si aspettava arrivasse così prepotente?
"Un po’ sono rimasto sorpreso, vero. Ma non parliamo di “sindrome Inter”. Non esiste, non è mai esistita. Semmai bisogna prendere questi momenti di calo con positività per crescere. Serve restare uniti e tutto il gruppo uscirà più grande. La qualità c’è, è un problema solo di testa penso perché anche contro il Milan la squadra ha corso dall’inizio alla fine".
Chi potrà indirizzare la partita di stasera?
"Dico Vecino per l’Inter e Milinkovic-Savic per la Lazio. Matias sta lavorando alla grande, non si vede sempre ma fa un lavoro oscuro di notevole livello. E poi è sempre presente in fase di costruzione. Può emergere oggi. Così come Sergej che quando si trova a giocare grandi partite diventa ancora più dominante".
A proposito, è già pronto per il salto in un club ancora più grande?
"Decisamente sì. Non conosco la politica della Lazio, non so cosa vorranno fare e quale sia la sua valutazione. Ma io faccio un discorso soltanto tecnico: è cresciuto del 300%, è uno dei cinque migliori centrocampisti d’Europa".
A questa Inter manca qualcosa?
"Nulla. Non le mancava nulla due settimane fa quando le cose andavano benissimo, non le manca ora che le sta girando contro il vento. La qualità c’è in tutta la rosa e Spalletti non è dipendente da Icardi e Perisic. Solo che quando le cose devi farle per forza bene, allora diventa più difficile tutto. Ma non ci sono problemi di qualità della rosa".
Quindi sul mercato lei non ci tornerebbe?
"Questo spetta a Spalletti dire se e cosa serve a questo gruppo. Io però penso che serva veramente nulla perché questa squadra giocava benissimo e a memoria. Non può aver perso tutto questo all’improvviso. È solo un momento".
L’eliminazione dalla Coppa Italia lascia ai nerazzurri un unico impegno...
"Ecco, proviamo a vedere il lato positivo di una negatività sportiva. Adesso si torna a lavorare settimanalmente per una gara sola. E quando è successo durante la stagione si è visto come sono andati le prestazioni e i risultati. L’Inter era superiore a tutti".
Quindi la Champions è sempre raggiungibile?
"Non solo! Io guarderei anche allo scudetto ancora. Quando riprenderanno le coppe europee a febbraio, si tornerà a giocare una volta ogni tre giorni. E in quel momento i nerazzurri avranno il “vantaggio” di avere una gara ogni sette. Ecco perché dico che non si molla nulla, bisogna crederci".
Ma anche la Lazio si merita un posto in Champions...
"Vero, senza dubbio. Sta giocando così bene..."
Però là davanti sono in cinque per quattro posti: chi resta fuori?
"Non so, però se dovessi scegliere tra Inter e Lazio, preferisco i nerazzurri in Champions. Lo meritano per tutto ciò che rappresenta il club. La Champions deve tornare nella Milano nerazzurra".
(Fonte: Matteo Brega, La Gazzetta dello Sport 30/12/17)
© RIPRODUZIONE RISERVATA