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"Ho fiducia in Moratti".Dejan Stankovic non ha dubbi. Durante "Prima Serata" si parla anche delle critiche che l'Inter, intesa come Società e come squadra, ha ricevuto e sta ricevendo in questo periodo. Il serbo, ovvero 'chi male non fare paura non avere', attraverso la conduzione di Edoardo Caldara risponde anche alle osservazioni scomode. Con sincerità, con orgoglio e con l'esperienza di chi vive l'Inter dal gennaio 2004 e non tira indietro né la gamba né la faccia.
"L'ho già detto e lo ribadisco. Ai tifosi critici dico che sono molto fiducioso, che ho molta fiducia in Moratti; è il presidente numero uno al mondo, è il migliore che c'è, che si possa avere. Nello sport, come nella vita, si possono fare scelte giuste o sbagliate, ma negli anni qui ad Appiano ho visto passare tanti calciatori, nessuno scarso o che non avesse voglia di fare o di dimostrare o che non avesse voglia di impegnarsi. Ai critici dico Moratti non mollerà un centimetro, vedrete a giugno".
La memoria del mondo è sempre più corta, ma proprio in questi giorni, nei giorni più difficili, il popolo nerazzurro ha tirato fuori il senso di appartenenza, ha sventolato ancora più forte le bandiere delle tante vittorie, come fa Stankovic, nello studio di Inter Channel. "Anch'io non dimentico, non dimenticherò mai. Si parla anche fra di noi, nello spogliatoio, di quello che abbiamo saputo fare e di quello che abbiamo fatto, di quanto è difficile vincere uno scudetto, di quanto è difficile vincere una Champions, di quanto è difficile vincere tutto, come abbiamo vinto noi. Forse questi anni li racconterà ancora meglio la storia, forse ancora non ce ne rendiamo perfettamente conto, ma proprio per questo non dobbiamo dimenticarli, parlo anche a me stesso, lo dico ai tifosi che sono i primi che lo chiedono a me. Certo, stagioni così forti alla fine si sentono, soprattutto dopo una partita, soprattutto per uno che da quindi anni gioca in Italia, più altri anni in Serbia. Ma tutto questo lo senti solo dopo la partita. Il giorno dopo, soprattutto in questi giorni, anche se magari la mente ritorna a quell'ultima palla maledetta del Marsiglia, ti sale dentro ancora di più la voglia, hai ancora più rabbia. Bisogna avere equilibrio nelle vittorie e nelle sconfitte, bisogna lavorare su se stessi e io continuo a farlo. Non bisogna mollare".
E qui, grazie alla 'guida' di Edoarda Caldara, per un attimo si entra persino nell'intimo della vita di Dejan. "L'altra sera, quando sono andato a casa dopo la partita, mi aspettavano anche i bambini. Alexander non voleva dormire, piangeva. L'ho preso in braccio, gli ho spiegato che bisogna saper accettare anche la sconfitta. Poi, dopo, ho parlato a lungo con Anna, mia moglie. È servito, è servito, perché il colpo è stato duro: abbiamo preso due gol al minuto 92. Uno può capitare, ma una sfiga così.... Poi, il giorno dopo, un po' il pensiero va via, fai colazione con la famiglia, porti i bambini a scuola, devi andare avanti. Quando ho imboccato la strada per Appiano ci ho ripensato, ho avuto qualche flashback, ma ora il pensiero è cambiato. Dobbiamo concludere al meglio la stagione, andare avanti partita per partita, fare più punti possibili. Il terzo posto? È ancora possibile. Abbiamo davanti tante squadre, ma anche loro possono avere dei momenti no. Bisogna insistere: non bisogna sbagliare per non doverti pentire dopo".
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