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Stankovic: “Vorrei finire la carriera qui, con Mou ci sentiamo “

Francesco Parrone

Una serata all’insegna di Dejan Stankovic con Inter Channel: una lunga intervista in cui il centrocampista nerazzurro si racconta a tutto tondo, rispondendo alle domande e alle curiosità dei tifosi, a lui rivolte tramite Edoardo Caldara e...

Una serata all'insegna di Dejan Stankovic con Inter Channel: una lunga intervista in cui il centrocampista nerazzurro si racconta a tutto tondo, rispondendo alle domande e alle curiosità dei tifosi, a lui rivolte tramite Edoardo Caldara e Roberto Scarpini.

Si comincia riguardando le immagini del gol segnato contro la Roma in Tim Cup: "Ho cominciato a esultare un po' prima che la palla entrasse - confida Deki -, perché mi ero reso conto che Doni non ci sarebbe arrivato, e poi l'ho detto anche ai compagni, quando mi sono venuti intorno per festeggiare, che avevo cominciato a gioire già prima. Un tiro da tre-dita, a girare, è stato bello: è sempre importante provarci, bisogna tirare e poi qualcosa nasce".

Il pensiero corre poi al finale di stagione: "Per quanto riguarda lo scudetto, bisogna essere realisti e io lo sono, sono tanti otto punti: per carità però, finché c'è di mezzo l'aritmetica possibilità non si sa mai. Con la Lazio ho vinto lo scudetto anche se quando mancavano cinque giornate la Juventus era a +9, nella vita non si sa veramente mai. Noi, nei mesi scorsi, abbiamo fatto uno sforzo enorme per arrivare in alto, il più vicino possibile alla prima, e poi nel calcio è così, prendi un gol dopo 45 secondi, come è successo nel derby, e cambia tanto, tutto. Ti cambia la partita, che poi è andata come è andata. Poi è arrivato lo Schalke ed è successo il resto. Pensiamo ora a portare a casa un secondo-terzo posto in campionato e la Coppa Italia".

Tra le varie domande dei tifosi, ce n'è anche una a proposito dei futuri movimenti di mercato nerazzurri: "Non sono io a occuparmi di queste cose, i nostri dirigenti che si occupano di mercato sono bravissimi e sanno che cosa fare, così come il presidente. Se servirà faranno un intervento, se non servirà andremo avanti così".

Uno sguardo, quindi, al futuro personale, con Stankovic che rivela: "Quando smetterò di giocare non farò l'allenatore, ma non so ancora che cosa farò: vedrò, per ora mi godo i 3-4 anni in cui posso ancora giocare, poi vedremo. Una cosa è certa, la carriera di giocatore la vorrei finire all'Inter".

Ai tifosi che desiderano sapere se Deki è rimasto ancora in contatto con gli ex allenatori José Mourinho e Roberto Mancini, il centrocampista risponde: "Sì, con Mourinho ogni tanto ci sentiamo. Colgo l'occasione per fargli i complimenti per la Coppa vinta ieri: è stata una partita sofferta, molto tattica, sono stati davvero in gamba. Mancini? Gli voglio tanto bene, anche se non lo sento da due anni. Ma questo non cambia il mio pensiero nei suoi confronti, il mio affetto, rimane sempre un po' un papà per me. Lo seguo, ho visto la semifinale di FA Cup, spero che vinca la finale: lo saluto".

Guardando al passato, a Deki viene anche ricordato di quando c'era rimasto molto male in occasione della sua assenza dalla formazione titolare nella finale del Mondiale per Club di dicembre: "Io dico sempre quello che penso, non ho offeso nessuno in quel frangente ma sono rimasto male io, perché credevo di meritarmi il posto da titolare, però finita lì: è stata una ferita per me, ma ormai è tutto dimenticato".

Ma chi sono, nel calcio, i migliori amici di Stankovic? "Ho degli amici-fratelli, come Pantelic dell'Olympiakos, Dragutinovic del Siviglia. Sono come miei fratelli. Qui in Italia sto bene con tutti, poi magari c'è qualcuno con cui sto bene un po' di più, tipo Materazzi, Chivu, Pandev. Ma sto veramente bene con tutti".

Il nerazzurro rivela poi quale sia un promettente giocatore suo connazionale, a chi gli chiede dei talenti serbi: "Petrovic, che gioca con me in nazionale e milita nel Partizan, un giovane davvero bravo, forte fisicamente e dotato tecnicamente".

In giorni in cui si parla tanto del possibile futuro italiano di una vecchia conoscenza nerazzurra, André Villas Boas, Stankovic commenta: "Ha fatto un campionato da paura in Portogallo, una stagione grandiosa: di sicuro qualcosina da José la deve aver imparata... (sorride, ndr)".

Infine, un ricordo personale in vista della gara di sabato contro la Lazio, ex squadra del centrocampista: "Ormai sono passati sette anni da quando ho lasciato la Lazio, ma nutro ancora un grandissimo affetto per quell'ambiente, non dimentico le emozioni vissute lì".