Steven Zhang, che nelle scorse ore ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, ha parlato anche con il giornale cinese Sina.com. E ha spiegato: "L'Inter ora funziona come un'azienda cinematografica. Sono cambiate le modalità di gestione. Qualsiasi azienda, qualsiasi cosa faccia, che lavori su internet o si occupi di commercio elettronico, di tecnologia, di auto, finanza o calcio, dipende dalla gestione che si riflette su tutti gli aspetti di un'azienda. In settori come quelli del calcio, cinematografia o intrattenimento questo diventa ancora più grande e più visibile».
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Steven Zhang: “Il mio lavoro all’Inter è appena iniziato. Tanti guardano ai calciatori, ma…”
Il presidente nerazzurro ha parlato dei miglioramenti della società importanti quanto quelli che si fanno in una rosa di calciatori
LE PRIORITA' - «Molti guardano solo ai calciatori all'interno di un club ma penso che sia importante migliorare a 360 gradi una società, migliorare l'intera gestione e lo abbiamo fatto negli ultimi tre anni, in particolare abbiamo badato al valore della nostra società e del nostro marchio. In passato l'Inter era una piccola organizzazione e ora deve diventare una squadra forte, tra le prime dieci al mondo, che deve essere considerata una società forte e impegnata nelle varie operazioni».
L'INTER - Quando Suning ha acquistato l'Inter la pressione non è stata poca. A quel tempo non era entrata in Champions come non accadeva da anni e anni e dopo aver vinto la Coppa nel 2010. «Per un club grande come l'Inter questo è motivo di frustrazione - spiega Steven. Se sono giovane? In Cina non ci sono limitazioni d'età ma è davvero nei club europei e persino nell'intero mondo del calcio. Molti mi guardano a volte come se fossi un bambino, penso che sia uno shock per la comunità europea, ma penso di poter portare un po' di innovazione e di nuova energia. Molte volte devo affrontare delle difficoltà, ma penso sia normale. Chiunque affronta delle difficoltà nel proprio lavoro».
SUNING E INTER - «Queste due esperienze hanno in comune che tutti affrontiamo persone con nazionalità e background culturali diversi. I club di tutte le parti del mondo si sostengono e si capiscono, conoscono le loro esigenze diverse. Ci sono differenze di tempo, di cultura, differenze geografiche tra i team ed è una sfida provare a conoscersi e capirsi. Se mi do un voto? Non lo faccio, ma cerco sempre di poter migliorare. E soprattutto il mio lavoro è appena iniziato».
(Fonte: Sina.com)
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