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Strama: “Non sono Mou, sogno di vincere come lui. La telefonata con Moratti…”

Eva A. Provenzano

Ai microfoni di Alessandro Alciato, da Coverciano, Andrea Stramaccioni – che sta seguendo il corso da allenatore di prima categoria – ha rilasciato un’intervista in esclusiva per SkySport24. Vi riportiamo le sue parole:  Il...

Ai microfoni di Alessandro Alciato, da Coverciano, Andrea Stramaccioni - che sta seguendo il corso da allenatore di prima categoria - ha rilasciato un'intervista in esclusiva per SkySport24. Vi riportiamo le sue parole: 

Il giorno dopo al derby, hai ascoltato o insegnato durante il corso a Coverciano? 

Sono qui per imparare e per cercare di finire un corso per me importantissimo. Tutto quello che so l'ho imparato qui e questa scuola è importantissima per le nozioni che ti dà e per il confronto con gli altri allenatori. E' la mia accademia e voglio portarla avanti. 

Fa ridere pensare che non sei ancora allenatore dopo il derby vinto ieri?

Non sono allenatore di prima categoria. Mi sto impegnando tanto. Ci sono tanti colleghi più esperti di me, con umiltà sto cercando di apprendere dalle parole del professore. 

Perché non ti piace il paragone con Mourinho?

Nel senso che non sono nessuno rispetto a lui perché ha vinto in Nazioni diverse, ha scritto la storia dell'Inter negli ultimi anni. Mi fa piacere che qualcuno dei giocatori o del presidente mi dica una cosa così, ma io non sono stupido, sono consapevole di non aver fatto nulla. Al momento è solo un sogno, un obiettivo. Quello che ha fatto Mou è l'obiettivo di qualunque allenatore giovane. Non l'ho mai visto lavorare sul campo. Sono tutti innamorati del suo lavoro. Non è arrivato nessun sms da parte sua dopo ieri, ma aveva il clasico. Adesso pensiamo all'Inter.

Cosa faresti o non rifaresti rispetto alla partita di ieri sera? 

Direi a Nagatomo di tenere il braccio chiuso. Scherzo. Sono partite difficili, sono partite che ti  cambiano sotto il naso. Noi eravamo rientrati in campo nel secondo tempo per disputarlo in un modo e l’espulsione ti cambia tutto e sei costretto, comunque, a far uscire una punta, Cassano, per avere più equilibrio e a quel punto rimani con un cambio solo. Sono partite che devi leggere rapidamente e avere anche la fortuna di cercare di trovare la chiave giusta. Poi, l’ho già detto ieri sera, i riflettori oggi sono tutti per i miei calciatori, perché hanno interpretato alla perfezione una situazione di difficoltà.

Squadra da scudetto?

Dobbiamo dimostrare di poter tornare grandi. Non ho mai perso l’equilibrio quando le cose sono andate molto male, perdendo anche in casa con l’ultima in classifica, e non mi esalto alla settima giornata perché so, conoscendo la mia creatura, che abbiamo tanto da lavorare e dobbiamo farlo con umiltà. Parlare di obiettivi farebbe male, poi ne riparleremo più in là.

Le accuse di Allegri a Valeri le hai somatizzate?

Penso che sia giusto che il mister esprima tutto quello che reputa più giusto e non voglio assolutamente fare polemica. Ho un grande rispetto per lui, quindi chiusa nel post partita, anzi ho detto anche troppo.

Cassano perché no in Nazionale?

Bisogna vedere tante cose, bisogna vedere il mister con che sistema di gioco intende impiegare la squadra, dipende da cosa vuole chiedere ai suoi attaccanti. Penso che sia più giusto che lo chiediate a lui. Io mi tengo stretto Cassano, con me sta facendo benissimo, all’Inter sta facendo bene e per me l’importante è che continui a far bene con l’Inter. Poi, credo che se continua a sfoderare queste prestazioni, con questa facilità di far fare gol e di trovare lui il gol magari sarà una piacevole difficoltà più avanti per il mister. Stiamo parlando sempre di grandi giocatori italiani.

Il complimento più bello ricevuto dopo la vittoria del derby?

I complimenti più belli me li ha fatti il presidente, ma sono cose nostre. In una lunga telefonata nella notte, ma non mi sembra il caso di divulgarla. È una cosa che mi ha fatto piacere, così come gli abbracci con i miei calciatori. Secondo me in questo momento l’Inter è un gruppo molto unito, lo abbiamo dimostrato anche nelle sconfitte dove non abbiamo mai perso l’equilibrio. Non voglio essere noioso ma ripeto dobbiamo dimostrare di poter tornare grandi. Magari può non essere sufficiente un anno per ritornare a giocare per vincere, però io penso che quando ti chiami Inter ci devi provare con tutte le tue forze e secondo me la strada è quella giusta.