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La partita con il Tottenham fa finta di averla dimenticata. Era stato un esordio difficile, una sconfitta sonora per sette a uno. Andrea Stramaccioni, ripercorre ad InterChannel, il suo percorso da allenatore della Primavera, quando ha vinto la Next Generation. Vi riportiamo le parole del tecnico interista:
FALSA PARTENZA - “Siamo partiti con quella sconfitta. A parte le battute, poi tutto si è risolto bene nello stesso stadio e abbiamo vinto la competizione. E’ stata una partita in cui serviva grande personalità per non sbandare e per non dire che non andava bene niente”.
Alla fine di quella partita, Strama aveva detto: “Chiediamo scusa perché fa male perdere così. E credo in questi ragazzi e te lo dico anche dopo il sette a uno. Giriamo pagina velocemente…”.
RISCATTO - A risentirle quasi sembrano una rivelazione. “E’ facile parlare dopo – dice Strama – sapevo che quella sconfitta drammatica, non era frutto di un grosso gap sul campo, so che i miei metodi necessitano di un periodo di apprendimento. Le parole che ho detto erano sincere, poi abbiamo vinto la competizione e abbiamo risposto su campo. La partita con il Tottenham è stata la svolta, quelli che erano venuti a vedere questo grande Tottenham hanno visto una grande Inter, poi abbiamo vinto a Endhoven e a Lisbona”.
ESPERIENZA - “Quanto è utile aver giocato in Europa per i ragazzi della Primavera? E’ un grandissimo viatico che ti porta al calcio che conta. I passaggi chiave, Lisbona, Londra, sono un patrimonio difficilmente ripetibile nel nostro campionato”.
STORIA NERAZZURRA - “Il merito va tutto ai ragazzi che sono cresciuti e questo titolo europeo e unico, in cui l’Inter ha fatto la storia per sempre, perché è stata la prima a vincerlo, il merito è tutto loro”.
RICHIESTE - “Si era fatta una scelta insieme alla società di creare un ciclo e avevamo deciso di girare la boa e tutti i protagonisti dell’anno prima erano andati a fare esperienza. La scelta ha premiato perché sono cresciuti anche quegli elementi che l’anno prima non si erano potuti mettere in mostra e il lavoro è sotto l’occhio di tutti e i nostri Primavera sono i più richiesti in A e in B. E qualcuno è richiesto anche da me”.
BESSINHO - “Bessa? Sono felice e non stupito, ha dimostrato il suo valore. Dicono che i ragazzi che hanno la qualità non si possono gestire, ma non ci credo. Penso che la qualità debba stare in campo. Lui ne ha tanta e ha dimostrato che quando è trattato da uomo può ripagarti. La finale con l’Ajax ha fatto km con la palla. Poi, ha commesso una sola ingenuità, si è fatto male il giorno dopo altrimenti sarebbe stato con me in prima squadra”.
IL GRANDE SALTO - "Il salto tra la Primavera e la Serie A è grande e l’Inter è pure un top club. Non necessariamente i migliori giocatori della Primavera riescono a fare benissimo in prima squadra. Sui nostri giovani c’è un progetto preciso e ci si lavora".
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