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"Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni di Spalletti, che dopo il pareggio col Napoli ha parlato di squadra con poca qualità. Alcuni hanno storto il naso perché le ritengono dichiarazioni fuori luogo, altri perché ritengono che il primo responsabile sia lo stesso allenatore, mentre altri ancora ritengono che certe dichiarazioni andassero fatte in estate dopo la chiusura di un mercato stravolto dal corso degli eventi.
"Le strade del resto sono sempre le solite: prendersela con l’allenatore del momento quindi iniziare quel percorso che ha portato tutti i tecnici ad essere cacciati in estate, oppure cercare di andare al di là. Perché non potrà essere sempre colpa di chi è in panchina e mai di tutti gli altri.
"Domenica sera a fine gara Spalletti era deluso dal pareggio, perché sa che sarebbero serviti i tre punti ma è perfettamente consapevole delle differenze che ci sono in questo momento con gli uomini di Sarri ma non solo. Quando il tecnico attacca parlando di poca qualità, si riferisce ad un organico incompleto che resta un fatto oggettivo. Manca l’elemento che ha sempre chiesto: quel giocatore in grado di strappare le partite che non può essere Rafinha arrivato in condizioni fisiche non ottimali. Manca un sostituto naturale di Perisic, che continua a vagare per il campo alla ricerca del fratello, quello vero. Manca un sostituto vero di Icardi, uno che sappia buttarla dentro anche nei momenti delicati. Manca uno che calci le punizioni. Se ci fate caso tutte le squadre hanno un elemento che ha nel proprio bagaglio tecnico un acuto che possa decidere la partita o quantomeno sbloccarla, l’Inter no. Quando Spalletti parla di mancanza di qualità credo che intenda anche questi aspetti, che in una squadra sono fondamentali. Nel post partita col Napoli ha sottolineato la differenza di palleggio, la bravura di giocarla di prima e con precisione, di non patire il pressing avversario e di ripartire aggirandolo cercando di far male all’avversario. L’Inter di oggi non è in grado di fare le due fasi. Perché quando difende, poi riparte con 3 elementi al massimo, senza il supporto necessario. È qui la sostanziale differenza di un gruppo che sembra aver smarrito la propria identità ed il dramma è che non c’è nessuno in grado di caricarsi il gruppo sulle spalle. Anzi uno c’è: Skriniar ma da dietro è difficile capovolgere l’azione di gioco ed offendere la retroguardia avversaria.
"Il tecnico toscano alla vigilia del derby poi non disputato per il dramma che conosciamo aveva dichiarato in maniera sibillina: “Non possiamo attendere il futuro, dobbiamo determinarlo. Se vogliamo arrivare in Champions è arrivato il momento di prendersi le responsabilità, alti e bassi non è più permesso averli" .
"Con queste parole, il tecnico ha voluto richiamare pubblicamente i giocatori alle proprie responsabilità dopo averli sostenuti e difesi nonostante questi due mesi disastrosi. Anche dopo il pareggio col Napoli non è stato tenero con i suoi, che se avessero giocato con la stessa intensità di domenica negli ultimi due mesi probabilmente avrebbero una classifica nettamente migliore. È evidente però che qualcosa non torni e proprio in questo senso risulta che Suning stia valutando l’operato di Walter Sabatini ( peraltro in scadenza), Piero Ausilio e qualche altro dirigente dalla carica ‘silenziosa’. Vorrei chiudere con un pensiero sulla festa dei 110 anni: come non menzionare lo spettacolo messo in scena dalla Curva Nord? Il tutto senza pubblicizzarsi o cercare vetrine. Spettacolo magnifico che resterà negli occhi di tutti i tifosi non solo interisti. A proposito di festa, per i 110 anni abbiamo visto tante figure di rilievo che hanno contraddistinto la storia della Beneamata, passando per gli ultimi presidenti.
"La famiglia Pellegrini, quella dei Moratti nonostante il recente lutto familiare, arrivando a Steven Zhang, rampollo di una delle 15 famiglie più importanti in Cina. Sinceramente per l’occasione, calendarizzata da tempo, mi sarei aspettato di vedere anche l’attuale presidente in carica Erick Thohir ed ovviamente il proprietario di Suning in persona Zhang Jindong. Mi rendo conto però che evidentemente il club non risulti essere tra le priorità: basta prenderne atto, tutti.
"Preferisco stendere un velo su Ronaldo, forse il giocatore più forte mai visto a Milano ma le cui scelte non possono essere nascoste sotto uno zerbino o dimenticate, neanche grattando la pancia ai tifosi ritirando fuori le vicende di Calciopoli.
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