Sono combattuto, lo confesso. Il mio stato d’animo passa dalla rabbia mista a frustrazione alla consapevolezza che siamo questi e presto o tardi la questione sarebbe venuta a galla. Perche non basta e non può bastare l’ottimo lavoro di Spalletti per camuffare le debolezze di fondo di una squadra limitata. Ed i limiti sono molteplici: in parte sono rimasti gli stessi delle ultime incredibili stagioni. Perché a questo punto l’alternanza di risultati non può essere addebitato all’allenatore di turno, prima osannato e poi crocifisso. E la cosa incredibile è che dopo i proclami di quest’estate, giocatori che avevano dimostrato in passato di non essere da Inter siano rimasti in organico. Siamo passati dall’ <InterIsComing> al <MercatoFunzionale> che per carità ha retto grazie ad un lavoro puntiglioso di un allenatore che evidentemente si aspettava altre cose dal mercato estivo. Tuttavia l’obiettivo era sempre stato solamente uno: la qualificazione in Champions, ben sapendo che ci sono rose più attrezzate e meglio costruite rispetto quella messa a disposizione del tecnico di Certaldo. I risultati sorprendenti hanno creato aspettative, ma com’era giusto non montarsi la testa prima, lo è altrettanto non deprimersi oggi. Perché in questi mesi a volte si è raccolto più di quello seminato ed oggi a volte si è raccolto meno rispetto alla prestazione offerta.
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Suning, siamo l’Inter: non è facile ma serve di più. Zhang eviti facili slogan. Quella parola…
L'editoriale di Alfio Musmarra per Fcinter1908: messaggio a Suning in vista del mercato di gennaio
Lo sa Spalletti e lo sanno i dirigenti che sono costretti ad andare avanti con una parola magica impressa a fuoco nella mente: <autofinanziamento>. Difficile da spiegare ai tifosi soprattutto dopo aver sentito Steven Zhang alla festa di Natale in un discreto italiano: <..Andiamo a comandare> (?) non so chi gliel’abbia consigliato ma sarebbe meglio evitare certi proclami se poi bisogna andare avanti ad ‘impatto zero’.
Siamo l’Inter e con tutto il rispetto la nostra storia è fatta di Campioni con la C maiuscola. Non si potrà vivere nel passato, ma neppur sentirci raccontare favolette. Il Ffp c’è e continuerà ad esserci, così come la stretta sugli investimenti in Cina, ma una potenza economica come la tanto decantata Suning saprà come muoversi in maniera lecita per consentire al club di tornare ad essere competitivo come merita. Senza passare per disfattisti ad ogni costo, risulta quantomeno complicato pensare di tornare ad essere competitivi se poi non si riesce a prendere neanche un campione degno di nota: sono i giocatori sopra la media che ti consentono di fare il salto di qualità, sono sempre loro che nella tempesta riescono a riportare la barca in porto. Ed i campioni hanno dei costi gestionali che l’Inter di oggi non può oggettivamente permettersi. Né come costo del cartellino e neppure come ingaggio. Spetta a Suning trovare il modo per aumentare ancora di più il fatturato, in maniera tale da poter investire massicciamente. A onor del vero il fatturato è aumentato sensibilmente nonostante le delusioni degli ultimi due anni e va dato merito al lavoro del colosso cinese, ma non è abbastanza. Perché poi non basterà partecipare ad un sola edizione della massima competizione europea per migliorare i conti, bisogna restarci il più possibile e per restarci bisogna essere competitivi sotto tutti i punti di vista e come se non bastasse, sarà necessario confermarsi l’anno successivo e ancora quello dopo. Come vedete è un discorso complesso e di sicuro non calcolato nel breve periodo, che sembra ancora caratterizzato da un mercato di piccolo cabotaggio. Ma in Europa serve alatro.
Certo le fregature prese con gli acquisti di Joao Mario e Gabigol grazie all’allora confidente e fidato Kia Jorabchian pesano sul bilancio e non solo, ma non ci sono molte vie d’uscita. Perché Ausilio e Sabatini i miracoli non possono farli se non sono supportati da una società che è parsa in oggettiva difficoltà anche nella vicenda Ramires. La stagione è ancora lunga e l’obiettivo quarto posto è assolutamente alla portata, ma non sarà affatto facile e scontato soprattutto senza un mercato invernale adeguato. Perché un periodo di difficoltà era lecito e logico aspettarselo, così com’era chiaro a tutti che le seconde linee non fossero all’altezza dei titolari. Eppure si è ancora lì nonostante si viva un momento di crisi tecnica e fisica. Anche col Milan la squadra è parsa lenta, prevedibile e scolastica. Come se fosse finita la benzina e di conseguenza anche le idee paiono confuse e macchinose. Non si tira più in porta, non ci si arriva neppure se non col solito cross di Candreva. E le rare volte che si guadagna il fondo arriva il passaggio verso il dischetto del rigore: ormai lo hanno capito gli avversari che anticipano la giocata. Bisognerà cambiare qualcosa non solo negli interpreti ma evidentemente anche nel modulo e spetterà a Spalletti trovare le soluzioni giuste. Di sicuro con un centrocampo che non segna, ( Gagliardini 0 gol 0 assist; Joao Mario 0 gol 3 assist; Vecino 1 gol 1 assist; B. Valero 1 gol 0 assist; Brozovic 3 gol 1 assist) difficile andare lontano. ( Non vorrei scriverlo ma Skriniar ha fatto gli stessi gol di Brozovic, meglio peraltro di tutti gli altri centrocampisti non solo sotto il profilo realizzativo).
Ancor di più se in attacco l’unico su cui contare è Icardi (17 gol), Eder ( 1), Perisic (7 gol e 6 assist) e Candreva ( 0 gol e 8 assist). Al di là dell’incostanza croata mi ha stupito il mal di pancia di qualcuno ( vedi Joao Mario e Cancelo ). Ci sta che non siano felici per il poco minutaggio con vista sul mondiale, ma non ci sta che Joao Mario scenda in campo in pantofole a dispetto di un investimento importante dimenticando di indossare una maglia importante con altrettanta numerazione. Cancelo al contrario è uno dei migliori di questo pessimo periodo, anche se difficilmente verrà riscattato visto il costo dell’operazione. Ha poco senso in questo periodo iniziare con le critiche o peggio, conviene restare vicini a prescindere alla squadra che fino a 3 settimane fa aveva sovvertito ogni pronostico. Il tifoso ha il diritto di esprimere la propria opinione e ci mancherebbe altro che non fosse così, ma non dimentichiamoci che la stagione è ancora lunga e sarebbe controproducente iniziare a contestare in un momento così delicato. Il periodo è tremendo, ma forse è anche meglio affrontare la Lazio adesso piuttosto che una squadra di seconda fascia. Bisogna guardarsi bene in faccia e far carico solo sulle nostre forze ben sapendo che non arriveranno aiuti dalla proprietà. Non aspettiamoci nulla se non scambi. Nella speranza che la proprietà ci sorprenda cambiando l’inerzia degli eventi, almeno che ci risparmi proclami perché fino ad oggi gli unici ad aver mantenuto le promesse sono i tifosi: che riempiono San Siro sempre e comunque. Fino a quando?
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