- Squadra
- Calciomercato
- Coppa Italia
- Video
- Social
- Redazione
copertina
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, Suning, sembra avere deciso di rompere gli indugi ed accelerare sul fronte stadio di proprietà, uno degli obiettivi strategici del prossimo quinquennio. Zhang Jindong ha infatti posto al centro dell'incubazione dell'Inter del futuro il dossier dello stadio di proprietà, riprendendo quel sogno cullato da Moratti poi congelato da Thohir. Da Nanchino è arrivato il via libera, a Milano (sotto traccia) sono partite le grandi manovre. A cominciare dall'individuazione di un'area e dall'elaborazione di un concetto (anche filosofico) di stadio. Ma mai come in questo momento Suning è pronta a imprimere una svolta avviando quel percorso che porterà l’Inter ad allinearsi, sul piano infrastrutturale, ai top club d'Europa. Il fascino del Meazza è fuori discussione, ma valutando costi e ricavi (punto di rottura con Thohir), Suning ha deciso di aprire una nuova era.
Non siamo in una fase operativa (quella di progetti e contratti), ma siamo nel pieno di una fase esplorativa per scegliere un'area. Alla porta dell'Inter bussano i proprietari dei tanti terreni in attesa di riqualificazione alle porte di Milano: come le ex Falck a Sesto, una zona ad Assago, sul tavolo un'ipotesi per un pezzo dell'ex piastra Expo a Rho. Suning si è presa del tempo, anche se potrebbe essere stuzzicata più dall'idea (servirà il terreno adatto) di uno stadio a Milano, non nell'hinterland. Quando le idee saranno chiare, bisognerà trovare la via d'uscita con il Comune (proprietario del Meazza in gestione alle milanesi fino al 2030: i club pagano 11,2 milioni annui) e col Milan paralizzato dalle questione societarie. A proposito: un anno fa Inter e Milan costituirono una commissione per ragionare sul futuro del Meazza. Di cui si sono perse le tracce.
(Gazzetta dello Sport)
© RIPRODUZIONE RISERVATA