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L’Inter cerca lo scacco matto alla Juve. La Supercoppa per aprire un ciclo

Andrea Della Sala

Battere la Juve e bissare la vittoria dello scudetto vorrebbe dire dare continuità al lavoro di Conte e guadagnare ulteriore fiducia

Si gioca questa sera la Supercoppa tra Inter e Juve. Dopo tanti anni i nerazzurri ci arrivano davanti e soprattutto da campioni d'Italia. L'Inter per confermarsi, la Juve per rilanciarsi, questa sera a San Siro.

"Inversione nei pronostici, perché Conte ereditò un’Inter staccata di 21 punti dalla Juve, mentre ora Inzaghi ne guida una che sta 11 punti (potenzialmente 14) più in alto. La Juve dei 9 scudetti, che ha trascorso un decennio da favorita perenne in ogni competizione italiana, stasera non può esserlo perché si presenta a San Siro con quel gap di campionato, ma soprattutto con una squadra sfigurata dalle assenze: Szczesny (scelta Allegri), Cuadrado e De Ligt (squalificati), Ramsey (Covid), Chiesa e Danilo infortunati. Bonucci e Dybala in panchina. Ed è proprio alla luce di questo divario e dell’inversione di ruoli che va tarato il valore psicologico della sfida e la ricaduta sul campionato. Per l’Inter, doppiare lo scudetto con il primo trofeo della nuova stagione significa ipotizzare l’apertura di un ciclo. Sconfiggere, magari con una prova dominante, la tiranna di pochi stagioni fa, vuol dire certificare una volta di più l’inversione di status. I faccia a faccia hanno sempre un peso speciale", analizza La Gazzetta dello Sport.

"Uno come Brozovic, che dà senso e ordine al centrocampo, Allegri lo comprerebbe di tasca sua. Ma anche l’aiuto-regista Calhanoglu, che ha permesso a Inzaghi di raffinare la manovra di Conte. Il film stagionale della Juve e stato spesso una recita improvvisata, a soggetto. Ci aspettiamo perciò un’Inter al centro del ring che cerca di imporre la sua qualità di gioco, ma anche la sua fisicità. L’Inter ha segnato 14 gol di testa, più di ogni altra squadra nei 5 campionati top. Cerchiolino rosso attorno al derby dei diez (Lautaro-Dybala), a quello dei ragazzi di Wembley (Barella-Locatelli) e a quello dei 9: il rifiorito Morata contro Dzeko che è stato a un centimetro dalla Juve. In una Milano assediata da Covid, che non riempirà il 50% del Meazza (attesi poco più di 25.00 spettatori), è annunciato gelo polare. Urge un Derby d’Italia appassionato e ben giocato. Abbiamo bisogno di bellezza per scaldarci il cuore", chiude il quotidiano.