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Inter, ecco quando è nata l’idea Superlega: il ruolo di Zhang. Dirigenza spiazzata

I colloqui con Perez e Agnelli, il patto con Juventus e Milan: il presidente nerazzurro credeva fortemente nel progetto Superlega

Fabio Alampi

Il progetto Superlega, dopo il terremoto generato nel mondo del pallone (e non solo) dall'annuncio di domenica sera, è stato accantonato nel giro di 48 ore. Le forti proteste dei tifosi e degli addetti ai lavori hanno convinto i club inglesi a farsi da parte, rendendo di fatto impraticabile il format ideato e spingendo gli altri membri fondatori a rivedere le proprie posizioni. L'Inter, dopo aver aderito, è stata la prima italiana a ufficializzare il proprio passo indietro: La Gazzetta dello Sport spiega il ruolo avuto dal club nerazzurro e del presidente Steven Zhang.

La nascita del progetto

"Gennaio, tutto è partito lì. Nei giorni in cui il gruppo Suning mollava lo Jiangsu, campione di Cina, considerato non strategico come l'Inter. Perché una Superlega con lo Jiangsu non la fai, per intendersi. E così, in quelle prime settimane del 2021, Steven Zhang cominciava i colloqui per il progetto europeo guidato da Florentino Perez e, in Italia, da Andrea Agnelli. Conference call dalla Cina, con il management italiano che certamente era al corrente delle chiacchiere di cui sopra, ma non dello stato d'avanzamento del progetto. Naturale, in fondo, che la società sia stata attratta dall'idea di far schizzare in alto gli introiti: 630 i milioni di euro di indebitamento del club. La Superlega non avrebbe certo cambiato i piani a stretto giro di posta: sarebbe continuata comunque la ricerca di un partner in grado di sostituire LionRock. Però, la torta ingolosiva. E così Zhang non ha messo giù il telefono, anzi".

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Il ruolo di Steve Zhang

"È stato lui a guidare i contatti con gli altri. È stato lui a illustrare agli altri 11 colleghi di un viaggio mai iniziato quello che la Cina e in generale il mercato asiatico avrebbe potuto rappresentare. Per carità, Zhang non ha mai tirato il gruppo. Ma sul carro è salito volentieri, stimolato dall'idea di un cambiamento. Ma dal carro è sceso pure per primo, due sere fa. C'era Steven collegato, nella riunione di martedì sera in cui i 12 decidevano come uscire dal tunnel nella maniera più degna possibile. Il presidente dell'Inter era stato relazionato dall'Italia sull'aria che tirava, sui rischi in ottica futura di un'operazione simile. E su quello che un'accelerazione della vicenda - forse non ben calcolata, almeno non per quanto riguarda le ricadute - avrebbe potuto provocare.

E così, dopo le sei inglesi, Zhang ha alzato la mano e ha detto stop. Il retroscena è in un comunicato nerazzurro a due fasi, certamente anomalo. Il primo con una nota Ansa diffusa all'1.18 della notte tra martedì e mercoledì, in cui veniva fatta filtrare l'intenzione di mollare. Poi l'uscita ufficiale, solo ieri mattina. Il motivo? Il club nerazzurro ha voluto rispettare un «patto di attesa» con Juve e Milan. Ma d'altro canto ha preferito precisare subito la propria posizione, svincolandosi il prima possibile e seguendo l'esempio inglese".

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Dirigenza spiazzata

"Mentre Zhang cuciva la relazioni con Agnelli dimettendosi dall'Eca - passaggio obbligato, per evitare guai legali -, in Italia gli amministratori delegati Beppe Marotta e Alessandro Antonello partecipavano alle riunioni di Lega. Anche quelle, ovviamente, in cui di discuteva il delicato tema dei diritti tv. Neppure loro avevano colto l'accelerazione del progetto Superlega".

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