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Inter, Eriksen andrà via ma svalutarlo non aiuta soprattutto Conte: ecco perché

Alessandro De Felice

Non c'è pace per in casa Inter con le vittorie che non bastano a rasserenare un ambiente che fa ancora i conti con il caso Eriksen

Non basta la quarta vittoria nelle ultime cinque partite a rasserenare l'ambiente Inter. A scatenare la tempesta nerazzurra è incredibilmente proprio il capitano della nave, Antonio Conte, colui che ha parlato di 'orecchie tappate' contro le critiche e che ha invitato tutti ad accantonare i veleni per lasciar spazio alla serenità, una componente fondamentale nel percorso verso le vittorie. Ma questa volta il popolo interista è quasi all'unanimità d'accordo. L'episodio incriminato è l'ingresso di Eriksen al minuto 91 di una partita contro il Bologna già virtualmente chiusa in virtù del 3-1 in favore dei nerazzurri. "Perché umiliare il danese?" si chiedono tifosi e addetti ai lavori. Quello contro il felsinei è solamente l'ultimo di una serie di episodi in fotocopia. L'ex Tottenham ha, infatti, accumulato 4 minuti contro il Real Madrid, 5 col Sassuolo e appena 1 contro gli emiliani di Mihajlovic.

Una sorta di "accanimento" nei confronti di un calciatore che non è mai riuscito a inserire nel suo scacchiere tattico. Una colpa divisa a metà con Eriksen. Se da una parte Conte ha modificato il suo 3-5-2 in un 3-4-1-2 per dare spazio e modo al danese di esprimersi ma non ha mai manifestato convinzione nel puntare sul danese, dall'altra il centrocampista di Middelfart non ha mai dimostrato di poter reggere i ritmi dell'Inter 'contiana', ma al contrario ha mostrato insofferenza nei confronti di un sistema di gioco e di una filosofia totalmente lontana da lui. Per qualcuno la scelta di Conte ha una finalità molto precisa: distogliere l'attenzione nei confronti della squadra, chiamata alla prova d'appello in Champions League contro lo Shakhtar Donetsk per evitare un'eliminazione che sarebbe dolorosa per le casse e le ambizioni di un club che ha dimostrato di riporre piena fiducia nel suo allenatore, assecondando ogni sua richiesta. Una decisione che, però, avrebbe come effetto contrario quello di umiliare un campione affermato come il 28enne e svalutare un asset della società di viale della Liberazione, che a gennaio scorso ha investito ben 27 milioni di euro a soli sei mesi dalla scadenza per strapparlo alla concorrenza.

Dopo le parole di Marotta a pochi minuti dal calcio d'inizio della sfida contro il Sassuolo a Reggio Emilia, ci si chiede come mai la società non intervenga per evitare tale trattamento nei confronti del centrocampista danese. L'amministratore delegato del club nerazzurro ha confermato - tra le righe - che a gennaio le strade di Inter ed Eriksen si separeranno. L'ennesima vittoria di Antonio Conte, che sarà accontentato ancora una volta e non dovrà più risolvere il "problema" legato all'ex Tottenham. Un calciatore che non rispecchia perfettamente la sua filosofia con centrocampisti 'box-to-box', rappresentati perfettamente da Barella e Vidal, in grado di 'aggredire' i portatori di palla avversari e pressare per tutti i 90 minuti, senza rinunciare agli inserimenti in fase di possesso.

"Il mio rapporto con Eriksen? Ottimo" ha risposto Conte ai giornalisti. Il tecnico nerazzurro ha poi lanciato l'ennesima frecciatina al danese rispondendo a una domanda su Hakimi e sulle due panchine prima del ritorno tra i titolari con la doppietta contro il Bologna: "Questa è la risposta che chiedo ma è una conferma di quello che dico sempre. Ogni scelta che faccio, che possa essere condivisa o meno in generale, è perché solo io vedo quello che vedo in allenamento". L'amore tra Conte ed Eriksen non è mai sbocciato e, a distanza di undici mesi dall'arrivo del danese, il dado sembra essere ormai tratto. Niente scintilla tra i due e scelta del club già presa. In questo ultimo tratto di strada insieme, Conte è chiamato a valorizzare Eriksen ed evitare ulteriori umiliazioni per il bene di tutti.

SVALUTARE ERIKSEN UN DANNO ANCHE PER CONTE

Per il calciatore, che ha già dimostrato in carriera le sue grandi qualità ma che non si sposano alla perfezione con le idee del tecnico. Per il club, che deve ottenere il massimo dalla cessione del danese dopo l'oneroso investimento di quasi un anno fa. E per lo stesso Conte, che potrebbe essere accontentato sul mercato con l'arrivo di un centrocampista e di una punta proprio con il tesoretto ricavato dall'addio di Eriksen. Un mese e poi sarà addio: ora, però, tutti remino nella stessa direzione per il bene di un comune denominatore: l'Inter.