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Sylvinho: “L’Inter è forte, ma lavoriamo per migliorare ancora. Le qualità del gruppo…”

Simona Castellano

Sylvinho è stato intervistato a Inter Channel dalla tournée negli Stati Uniti ed ha parlato del gruppo, della preparazione e della stagione che verrà.

Sylvinho è stato intervistato a Inter Channel dalla tournée negli Stati Uniti ed ha parlato del gruppo, della preparazione e della stagione che verrà.

Queste le sue parole:

-Affascinante la preparazione oppure il periodo del campionato è diverso? 

E' un momento affascinante della stagione, si può iniziare un buon lavoro. Quando parliamo di 'iniziare', non è un vero 'iniziare'. Non è facile per i giocatori perché arrivano dalle vacanze, ma è un momento importante per la squadra. 

-Correggere cosa non è andato bene? 

Sono arrivati due o tre giocatori nuovi, ma non è difficile per loro. I giocatori apprendono facilmente i concetti del mister Mancini. Si può ancora migliorare qualcosa comunque, sia a livello di tattica di squadra, sia a livello di tattica individuale. 

-C'è ancora tanto da imparare? 

Abbiamo giocatori giovani, nel calcio un giocatore pronto ha 28-29 anni, ma si può sempre imparare. Roberto guarda anche la posizione del corpo, vogliamo che il giocatore prenda la palla in maniera giusta, questo fa guadagnare tanto campo nel corso di una partita. Sono concetti che poi si apprendono piano piano. 

-E' mancata la personalità l'anno scorso? Voi dite di rischiarla la giocata... 

Nel campo c'è una fase difensiva, una di costruzione in cui non si può sbagliare. Poi nell'ultima parte del campo conta il movimento. Il mister incoraggia tutta la squadra il trequartista ad entrare lì e provare a fare qualcosa. Non è facile, c'è un momento in cui due attaccanti della squadra giocano contro sei avversari e bisogna essere bravi a far nascere le azioni. 

-Il calcio è cambiato da quando giocavi tu? Più veloce?

Non sono passati molti anni, ma il calcio oggi è veloce a livello di cervello e non solo di gamba. Bisogna pensare molto nel corso di una partita. Bisogna sapere cosa può succedere prima che la palla arrivi. Oggi il livello di concentrazione di un atleta fa la differenza. Puoi essere veloce, ma sei non hai una buona posizione in campo non ci arrivi più. 

-Lavoro con i cross? E' tuo il miglior sinistro? 

No (ride, ndr). Come ci si sposta con il corpo, con la palla l'ho imparato nel corso della mia carriera. Difficile paragonarsi a due ragazzo di 22-23 anni. Abbiamo però ragazzi con piedi buoni. Uno le qualtà o ce le ha o non ce le ha. Poi arriva un momento della partita in cui devi capire che devi dare la palla in maniera velocissima con un cross per consentire ai compagni di segnare e sbloccare il match. 

-Tecnologia? 

Sì, arriva anche in panchina. La condizione comunque è buona, bisogna stare attenti comunque nel corso della partita alla propria squadra ma anche all'avversaria. Molto importane mettere in pratica i nostri concetti, l'Inter è forte, 70-80% della partita dipende da noi, siamo forti, l'Inter è forte. Poi comunque è molto importante saper bloccare gli avversari, soprattutto quando si è allo stesso livello. 

-Stagione? 

Siamo migliorati tanto in fase difensiva, abbiamo avuto un po' di difficoltà a sbloccare le partite. Io ho lavorato 5 anni al Barcellona, lì c'erano Messi e Ronaldinho, ma quando c'era un problema per sbloccare il match la colpa non era loro, ma un problema di squadra, così come quando si subiva non era un problema di Puyol. 

(Fonte: Inter Channel)