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Thiago Motta ha parlato al Corriere dello Sport, in vista del derby di domenica sera contro il Milan.
Thiago , lei sente maggiormente la sfida con il Milan o con la Juve?
«Per la storia che c’è dietro, tutti dicono quella con la Juve ma quando nella stessa città ci sono due formazioni così forti, anche il derby ha un sapore speciale».
Che derby ha vissuto?
«Quelli a Barcellona con l’Espanyol non erano veri derby, mentre a Madrid il Dopo cinque vittorie di fila, la sua Inter chiede strada, domenica sera, ai cugini In un derby mai così teso ed equilibratoderby tra il “mio” Atletico e il Real non era sentito. A Genova invece è spettacolare: ne ho giocati due e ho sempre vinto grazie ai gol di Milito».
Potrebbe finire anche domenica con un gol di Milito...
«Speriamo, ma pensiamo solo a fare una buona partita».
Chi ci arriva meglio?
«Il Milan. Lo dice anche la classifica».
La sua squadra favorita?
«Il Milan perché gioca in casa ed è primo, noi stiamo cercando di uscire da una situazione che un mese fa era molto complicata».
Chi ha più da perdere?«Il Milan. Per loro ritrovare l’entusiasmo in caso di ko sarebbe dura».
Per l’Inter no?«Noi abbiamo meno assilli e non pensiamo troppo alla classifica».
Chi toglierebbe al Milan?«Meglio che ci siano tutti. I tifosi vogliono vedere i campioni e poi se togli un calciatore alla loro squadra, hanno ricambi di spessore».
Allegri è imbattuto nei derby. Preoccupato?
«Bisogna fargli i complimenti perché è bravo e perché è arrivato al Milan al momento giusto.Lui ha cercato di mettere ognuno al suo posto e ha fatto bene: punta sulla normalità.
Come si ferma Ibra?
«A Ibra non bisogna lasciare spazio e tempo di pensare perché può inventare per gli altri».
Scriverà mai un’autobiografia sulla falsariga di quella dello svedese?
«Per quello letto sui giornali, non credo... Sono riservato e timido».
Ricorda il suo gol nel primo derby?
«Sì, bellissimo come tutta quell’annata. C’era tutto per far bene nel 2009-10».
Quella magia è svanita?
«No, ma sono passati tre anni e sono cambiate le situazioni e gli avversari. Di sicuro però possiamo continuare a vincere».
Lo scudetto?
«Adesso dico di no. Magari tra due mesi...».
La Juve è prima. Sorpreso?
«Un po’ sì. Ha attraversato un momento non facile, ma ha trovato un tecnico di livello e una squadra che in Italia può fare bene. Lotterà per lo scudetto fino alla fine».
Lei conosce bene Luis Enrique...
«Con lui ho giocato due anni al Barcellona, è eccezionale. Come calciatore, qualitativamente parlando, non era formidabile ma ha fatto più di 100 gol con il Barça I rossoneri sono primi, arrivano meglio al derby. Ma noi siamo senza assilli, loro rischiano di piùgiocando anche da terzino e centrocampista. Ci è riuscito perché aveva cuore e perché era un grande uomo e un grande capitano. Anzi, il migliore che ho avuto. Quando entrava in campo dava tutto per il gruppo, un autentico uomo squadra».
A Roma è partito male, ma adesso...
«Per me non è una novità che stia facendo bene. Ha imparato tanto nel calcio, ha giocato con molti campioni ed è intelligente. Quest’anno farà bene e il prossimo, quando tutti saranno abituati al suo modo di lavorare, ancora meglio».
La Roma potrà essere il Barcellona d'Italia?
«Impossibile. Nessuna squadra può diventare come il Barcellona. Per giocare in quel modo devi avere i loro calciatori e... Messi».
Tra un pò arriva la champions...
«Conosco poco i francesi, ma si sono qualificati agli ottavi negli ultimi minuti dell’ultima partita e hanno entusiasmo».
Più facile rimontare il Milan e vincere lo scudetto o arrivare a Monaco in finale di Champions?
«Sono tutte e due traguardi difficilissimi e adesso troppo Sì, la Juve è forte, mi ha sorpreso Il progetto-Roma? Luis Enrique è un grandissimo, farà sempre megliolontani».
Quando lei è in campo l'Inter vince quasi sempre. Solo un caso?
«Speriamo di giocare tanto e di continuare così, ma il merito non è mio. Un giocatore non cambia la squadra. Neppure Messi lo fa».
Ranieri di lei ha detto «forse è lento ma è veloce di mente, ci ha dato ritmo e geometrie».
«Un bel complimento e lo ringrazio. Lavoro sempre per migliorare».
Ha detto anche che l'Inter del triplete non c'eè più...
«Giusto. Sono passati tre anni che nel calcio sono molti. Tra 3-4 stagioni neppure il Barcellona sarà più... il Barcellona».
Cosa vi ha dato Ranieri per ricaricarvi?
«Ha cercato di mettere ognuno al suo posto, ha puntato sulla normalità e ha fatto bene».
Ma è vero che il PSG vuole Motta?
«Non ho parlato con Leonardo e non so se lui ha parlato con l’Inter. Io sto bene qui, ma perché un matrimonio vada avanti è necessario che entrambe le parti stiano bene».
E il rinnovo con l'Inter?
«Non dipende solo da me.
Ha seguito il derby di mercato per Tevez?
«Un po’ sì, ma non ho ancora capito dove andrà... Chi lo prende, farà un grande acquisto perché è forte».
Chiudiamo con l’Italia che agli Europei debutterà con la Spagna.
«Sarò un bel banco di prova e fondamentale sarà vedere come arriveranno le due squadre a giugno. Noi abbiamo una buona formazione e cerchiamo di giocare a calcio. Se ci mettessimo tutti indietro e usassimo solo il contropiede, non andremmo da nessuna parte».
Pirlo è l’elemento adatto per esaltare il vostro gioco?
«E’ un grande giocatore, è intelligente e ha due piedi straordinari. Quando ci ho giocato contro non mi ero reso conto di quanto fosse forte. L’ho capito da compagno: è uno dei migliori al mondo».
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