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Dopo l'avvio in Champions con due vittorie, l'Inter ora avrà una doppia sfida molto impegnativa con il Barcellona. Prima al Nou Camp e poi a San Siro. Le partite coi blaugrana riportano alla memoria il 2010, anno in cui l'Inter sbatté fuori proprio il Barça e vinse poi la Champions. Protagonista del Triplete è stato anche Thiago Motta, ex centrocampista nerazzurro e ora allenatore delle giovanili del Psg. Intervistato da Il Nuovo Calcio Thiago ha parlato dell'annata con Mourinho, ma anche delle prossime sfide:
CANTERA - "Si lavora molto sulla tecnica, sulla postura del corpo, sull’andare a pressare appena si perde palla. Insegnamenti utilissimi per tutta la mia carriera. I miei compagni? Un nome su tutti: Andres Iniesta".
BARCELLONA - "A favorire il Barça sono le qualità tecniche dei calciatori, prima qualcuno non era il massimo coi piedi, ora pure un difensore come Umtiti sa giocare bene la palla. Le dimensioni del terreno di gioco aiutano, perché se li vuoi pressare devi restringere il campo".
CHAMPIONS - "Il Barcellona è più forte dell’Inter, lo dicono i risultati delle ultime stagioni, il progetto di squadra è più avanzato e poi c’è Messi, che può mettere in difficoltà qualsiasi organizzazione difensiva. Le possibilità dell’Inter? A Barcellona può colpire solo in contropiede, perché ogni tanto i blaugrana si scoprono e se non sono posizionati benissimo ci sono giocatori tecnici e veloci in grado di fare gol".
SAN SIRO - "All’andata non sarà facile perché oltre a Messi devi fare attenzione a Suarez e Coutinho e perché i pericoli col Barça non finiscono mai. Ma a San Siro ci sarà un clima straordinario: 80000 tifosi che daranno una carica infinita e spingeranno la squadra".
TRIPLETE - "Il 3-1 a San Siro? Li abbiamo colpiti con intelligenza e con azioni veloci. Poi ci siamo difesi, aiutati dal pubblico che ha moltiplicato le nostre forze. Busquets? L’avete visto tutti: non gli ho fatto niente, l’arbitro mi ha espulso e io non ho potuto giocare la finale di Madrid".
MOURINHO - "Pretendeva tantissimo, il giorno della partita ci motivava in modo eccezionale, sapeva sempre cosa dirti e spesso erano anche cose che non volevi sentire. Ma aveva ragione lui. Da noi ha ottenuto il massimo: Champions, campionato e Coppa Italia, un’annata che non potrò mai dimenticare".
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