L'Inter può davvero diventare cinese? Secondo Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore sì. Ecco come il club nerazzurro potrebbe subire un'altra rivoluzione dopo l'addio di Moratti: "Per quanto riguarda l’ Inter di Erick Thohir, al momento ci sono almeno quattro pretendenti cinesi. Alcuni più graditi al tycoon indonesiano, altri anche a Goldman Sachs, altri che offrirebbero più garanzie a Massimo Moratti detentore del 29,5%, il quale non vorrebbe restare con il cerino in mano e ritrovarsi un socio di maggioranza scelto da altri. In ques’ottica Moratti e Tronchetti Provera potrebbero trovare una sponda in ChemChina , il colosso cinese che ha controlla lo sponsor nerazzurro Pirelli. In ogni caso, è il Suning Commerce Group ad essere un passo avanti agli altri. Il Suning Commerce Group , colosso dell’elettronica che a dicembre 2015 ha acquistato per 73 milioni di euro il club Jiangsu facendo incetta di giocatori a gennaio 2016 offrirebbe con la sua vastissima rete commerciale in Asia un ponte ideale per la valorizzazione del brand nerazzurro.
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Thohir cede l’Inter? Servono 250 mln, 4 i pretendenti cinesi. Ipotesi triumvirato
L’Inter può davvero diventare cinese? Secondo Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore sì. Ecco come il club nerazzurro potrebbe subire un’altra rivoluzione dopo l’addio di Moratti: “Per quanto riguarda l’ Inter...
E viceversa l’acquisizione del know-how e del marchio dell’Inter si inscriverebbero perfettamente in quel processo di colonizzazione del calcio globale pianificato a Pechino. L’interesse cinese sarebbe quello di acquisire la maggioranza del club, ma solo davanti a un’offerta allettante (230/250 milioni) Thohir vacillerebbe rispetto al suo proposito di vendere solo una quota di minoranza. È altrettanto evidente però che una cosa sarebbe cedere il 20%, un’altra il 30/35%. Nel primo caso, infatti, il presidente nerazzurro conserverebbe la maggioranza assoluta. Nel secondo caso, l’equilibrio azionario sarebbe molto più fluido con Moratti, Thohir e il potenziale investitore cinese in posizioni quasi paritarie".
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