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Thohir e quel “bisogna fare in fretta” che stride con la realtà . La possibile svolta…

Daniele Mari

“Dobbiamo lavorare in fretta: ci sono i Mondiali, l’estate è corta“. Questo era stato il diktat di Erick Thohir lo scorso 11 maggio, quando il presidente commentava il suo imminente viaggio a Londra, quello in cui ha incontrato...

"Dobbiamo lavorare in fretta: ci sono i Mondiali, l'estate è corta". Questo era stato il diktat di Erick Thohir lo scorso 11 maggio, quando il presidente commentava il suo imminente viaggio a Londra, quello in cui ha incontrato per la prima volta Tom Ince ma non solo.

Il presidente nerazzurro è sempre stato perfettamente consapevole dell'ostacolo Mondiale sul mercato. L'idea di consegnare a Mazzarri una rosa quasi completa per il ritiro di Pinzolo era già stata scartata chiaramente da Piero Ausilio in conferenza stampa ("ovviamente non c'è alcuna possibilità di completare la rosa per il 9 luglio") ma forse in casa Inter si aspettavano di poter chiudere prima dell'inizio di Brasile 2014 almeno qualche altro colpo a zero dopo Nemanja Vidic. Ma così non è, almeno finora.

E lo stesso discorso vale per gli acquisti, che sono per il momento bloccati dall'estrema difficoltà di reperire fondi sul mercato. I 3 milioni incassati da Livaja, oltre al milione che l'Inter risparmierà sullo stipendio di Stramaccioni, serviranno per chiudere la questione comproprietà e magari per riscattare Rolando. Ma senza cessioni importanti (quelle che fruttano dai 10 milioni in su) è dura ipotizzare una chiusura a breve per Hernandez, Xhaka, Suarez o chi per loro.

Quel "bisogna fare in fretta" di Thohir stride con una realtà piuttosto complicata, in cui il progetto di autofinanziamento dell'Inter procede ad un passo tutt'altro che spedito. La speranza, quindi, si chiama "rifinanziamento". Quanto riuscirà a strappare Thohir a Goldman Sachs and company? Riuscirà ad avvicnarsi ai fatidici 250 milioni di euro o dovrà accontentarsi di 200 o poco più? Ma la vera svolta, a questo punto, può arrivare dal secondo tour di incontri che Thohir sta portando avanti con il suo braccio destro Michael Williamson, quello con i fondi asiatici che dovrebbero garantire all'Inter quella liquidità ad oggi inesistente: 30-40 milioni di euro che in questo momento sono puro ossigeno per Ausilio, alle prese con le stesse difficoltà del suo predecessore in ambito "cessioni".

L'Inter, Kovacic escluso, non ha grande "materiale umano" da mettere sul piatto delle trattative ma questo è un altro discorso, quasi un manifesto degli errori fatti nel post-Triplete. Ausilio dovrà inventarsi presto qualcosa, in attesa che da Hong Kong, Singapore e dintorni arrivino le buone nuove che tutti gli interisti aspettano con ansia.