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Thohir, modello Utd ma missione ai limiti del miracolo: quanto pesa lo stadio, i dati…

Erick Thohir, anche con l’innesto di Michael Bolingbroke, ha mostrato ancora una volta la sua passione per il Manchester United, da sempre indicato dal magnate indonesiano come modello di riferimento per la sua Inter. La missione, però, si...

Daniele Mari

Erick Thohir, anche con l'innesto di Michael Bolingbroke, ha mostrato ancora una volta la sua passione per il Manchester United, da sempre indicato dal magnate indonesiano come modello di riferimento per la sua Inter.

La missione, però, si presenta ai limiti dell'impossibile, confrontando i dati della società nerazzurra con quelli del club inglese. Il bilancio di riferimento è quello 2012/2013, ossia l'ultimo bilancio targato Moratti, quello da cui è partito di fatto Thohir.

"Il conto patrimoniale mostra un dato preoccupante: evidenzia infatti un margine di sicurezza negativo, vale a dire che le passività che scadono entro l’anno sono maggiori delle attività che hanno la stessa maturità", sottolinea il sito "La Voce", che ha analizzato le due società.

"Gli inglesi dispongono di denaro sufficiente anche per sostenere improvvisi investimenti e possono condurre un mercato estivo pieno di colpi a sensazione grazie a un budget molto elevato

Per l’Inter, le passività che scadono entro l’anno superano di ben 200 milioni le attività che hanno la stessa maturità. Fino a un po’ di tempo fa, era il presidente Massimo Moratti che, ogni anno, era solito mettere a posto i conti (per quanto possibile), attraverso la ricapitalizzazione; ma il Financial Fair Play non contempla più questa possibilità. Il nuovo presidente Thohir ha ricontrattato il debito a breve, soprattutto con la Banca Popolare di Milano, per dare nuova linfa alle casse"

"Sempre confrontando i bilanci di Inter e Manchester United, con riferimento alla composizione degli asset, spicca la differenza marcata nella percentuale di quelli finanziari: il 20 per cento per i nerazzurri contro solo l’1 per cento per il team inglese. Si tratta, probabilmente, di obbligazioni o debiti a breve con cui l’Internazionale FC trova il denaro necessario per far fronte alle proprie esigenze di liquidità.Un’altra differenza che salta all’occhio riguarda i tangible assets che per la squadra del Regno Unito si attestano fra il 15 e il 20 per cento e per i nerazzurri rappresentano solo il 3 per cento, fondamentalmente in virtù del fatto che gli inglesi sono proprietari del loro stadio, l’Old Trafford, mentre l’Inter per ora sta solo vagliando l’opportunità di ristrutturare il Meazza, rimandando al lungo periodo la costruzione di un proprio impianto.Per quanto redditizi, in pratica, gli asset finanziari portano benefici solo nel breve periodo assicurando denaro liquido, appunto, mentre, nel lungo, sottraggono risorse al core business (per esempio la compravendita di calciatori) cui la società dovrebbe dedicare la gran parte degli investimenti", si legge ancora su La Voce.

La chiusura è netta: "Erik Thohir sta provando a razionalizzare la struttura societaria riorganizzandone l’assetto in senso aziendale e spingendo molto sul lato commerciale: prova ne sia l’ottima operazione di recruitment di Michael Bolingbroke, il mago del merchandising proveniente proprio dello United. In tutto questo, non ce ne voglia Massimo Moratti, ma il semplice utilizzo della parola “risanamento” ci pare non solo ragionevole, ma pure necessario per indicare la nuova rotta".

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