Aveva annunciato una rivoluzione morbida, ha letteralmente ribaltato l'Inter di Moratti nel giro di meno di un anno. Erick Thohir, dietro un sorriso di facciata che ha spesso tratto in inganno, ha usato la sciabola più che il fioretto da quando ha in mano l'Inter.
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Thohir rivolta l’Inter di Moratti: si salvano solo in 3. “Quando sorride si suda freddo”
Aveva annunciato una rivoluzione morbida, ha letteralmente ribaltato l’Inter di Moratti nel giro di meno di un anno. Erick Thohir, dietro un sorriso di facciata che ha spesso tratto in inganno, ha usato la sciabola più che il fioretto da...
L'addio di Marco Branca a gennaio sembrava il passo più eclatante, è stato solo l'inizio della rivoluzione di Thohir, oggi illustrata da Andrea Sorrentino su "La Repubblica".
"La rivoluzione era necessaria, e per almeno 320 milioni di motivi, o di euro: a tanto ammonta il passivo totale degli ultimi quattro bilanci, una voragine senza precedenti nel calcio mondiale cui era necessario porre rimedio. Così Thohir ha abbattuto l’Inter di Moratti a cominciare da febbraio, quando l’addio al dt Marco Branca è stato l’inizio della piena: a oggi, circa 30 persone che lo scorso anno lavoravano nell’Inter ora non ne fanno più parte, il che ha provocato anche addii dolorosi, e cause di lavoro che si trascineranno per qualche tempo", sottolinea il quotidiano.
Ma è stato un continuo di addii: fuori prima i senatori dalla squadra, poi Cordoba dal suo ruolo di team manager, quindi il dottor Combi fedelissimo di Moratti. E' rimasto Zanetti ma, sottolinea La Repubblica, solo con un ruolo di rappresentanza.
"Prima dovrà imparare il mestiere di dirigente", ha osservato Thohir con uno di quei sorrisi che all’Inter, ormai, provocano brividi gelidi lungo la schiena di molti", scrive ancora Sorrentino.
In dirigenza si sono salvati solo in due, tre contando l'ex capitano: Marco Fassone e Piero Ausilio, che si sta guadagnando l'ammirazione di Thohir sul campo.
La rivoluzione più consistente ha riguardato il settore finanziario e marketing, con gli ingressi di Bolingbroke, Williamson, Claire Lewis e Dan Chard.
"Ora, alle riunioni operative, si parla solo inglese: come nell’incontro di luglio a Washington, durato ben 10 ore, quando ogni dirigente ha spiegato agli altri le sue idee e le sue competenze nell’Inter che verrà. Comunque i nuovi manager impareranno in fretta l’italiano, perché in fondo l’Inter rimane un club italiano a tutti gli effetti. Ma dovrà cambiare pelle, mentalità, attitudini, visioni, tutto".
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