È l'uomo del momento, martedì è sbarcato a Milano Malpensa il presidente nerazzurro Erick Thohir divenuto ufficialmente tale il 15 novembre 2013. Da quel 15 novembre è quasi passato un anno, ma Erick Thohir a certe nostre abitudini (spaghetti compresi) deve ancora farci l’occhio. Una tazza di tè, poi il presidente dell’Inter inizia a spiegare i suoi progetti. Colorati di nerazzurro, ma non solo. La Stampa di oggi gli dedica una lunga intervista. L'indonesiano parla della sua Inter:
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Thohir: «Si può competere con la Juve. Acquisti da 60 milioni? Credo sia meglio…»
È l’uomo del momento, martedì è sbarcato a Milano Malpensa il presidente nerazzurro Erick Thohir divenuto ufficialmente tale il 15 novembre 2013. Da quel 15 novembre è quasi passato un anno, ma Erick Thohir a certe nostre abitudini...
Diritti tv, merchandising, strategie: d’accordo, ma dove può e deve arrivare l’Inter in questa stagione?
«Siamo passati da un ottavo a un quinto posto, ma anche questa è una posizione che ci sta stretta. Dobbiamo fare qualcosa di più perché abbiamo un tecnico competente e una squadra competitiva fatta di 25 giocatori. E possono bastare».
Le scelte di Mazzarri: le piacerebbe vedere in campo un’Inter con Palacio, Icardi e Osvaldo?
«Non tutti gli attaccanti possono giocare insieme, è giusto che ci sia un’alternanza, ci aspettiamo comunque che segnino almeno dieci gol a testa… Ecco, sarei sorpreso se non superassero quella quota».
Quanto è grande al momento il gap con la Juventus?
«Non li abbiamo ancora affrontati e quindi diventa difficile dirlo. Se guardiamo questo inizio di campionato direi che possiamo benissimo competere con loro. Ma il nostro obiettivo è migliorare il quinto posto, certo vincere lo scudetto non sarebbe poi male...».
Il rapporto con Massimo Moratti: è vero che ci sono state incomprensioni? E che lui sta pensando di cedere le sue quote?
«Moratti ha la carica di presidente onorario, non mi sembra che ci siano dei problemi. Le decisioni prese sono state condivise con lui e il dialogo non è mai mancato. Non va in trasferta a vedere le partite? Non piace nemmeno a me».
È possibile l’ingresso di nuovi soci?
«Serve stabilità e quindi questo mi sembra un processo difficile perché bisogna avere delle visioni comuni. Diverso invece se parliamo di sinergie, stiamo lavorando con i Dc United per creare un’accademia di calcio d’élite».
Dimentichi il fair play finanziario, quando sarà in grado di regalare ai tifosi un grande giocatore?
«Non è un aspetto importante, preferisco dare equilibrio alla squadra con interventi mirati».
Ma se Thohir avesse sessanta milioni da spendere chi comprerebbe?
«Siamo a posto, piuttosto vorrei dare tranquillità ai giocatori con alcuni rinnovi importanti come quelli di Icardi e Kovacic. Non sono il tipo che si fa prendere dal panico e magari compra senza una logica, sono convinto che serva la programmazione».
Qual è il suo rito prepartita quando vede l’Inter in tv nella notte indonesiana?
«Non ne ho. Anzi, uno c’è: prego...». E ride.
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