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Non è Inter senza Thuram. Condizione top e intesa con Lautaro: Marcus è già fondamentale

Il centravanti francese ha iniziato alla grande la stagione e in Champions la sua assenza dalla formazione iniziale ha pesato

Arrivato in punta di piedi, Marcus Thuram è diventato in poche partite uno dei cardini della formazione di Inzaghi. Un giocatore al quale si fa fatica a rinunciare e che, quando riposa, la squadra ne risente. Il francese sta dimostrando di essere il compagno perfetto per Lautaro Martinez.

"In 313 minuti si possono fare tante cose. Quella che forse meno si immaginava, è diventare un indispensabile per l’Inter. Marcus Thuram ci è riuscito. E se si pensa che quell’aggettivo, “indispensabile”, sia eccessivo, allora facciamo in altro modo: senza Thuram non è la stessa Inter. Non è l’Inter che ha in testa Simone Inzaghi, non è la scelta migliore per Lautaro, non è la soluzione giusta per il gioco tutto. Thuram si è preso l’Inter, paradossalmente, nella notte in cui l’Inter aveva deciso di fare a meno di lui", rivela La Gazzetta dello Sport.

"Oggi Thuram è una specie di Re Mida, gli riesce tutto o quasi, è in una condizione fisica straripante e non soffre l’impatto con la pressione e con i grandi match. Quest’ultima caratteristica è tipica dei campioni. Il francese ha tanto da migliorare ancora sul piano tecnico e tattico. Ma la testa è quella del giocatore top. Ormai sono tre le prove consecutive che ha messo a supporto della tesi: la prestazione con la Fiorentina, quando già era atteso al varco sulla capacità realizzativa, dopo non aver mai neppure calciato in porta nelle prime due uscite. Nel derby, e non c’è bisogno di spiegazioni. E poi a San Sebastian, quando ha contribuito (con Sanchez) a cambiare il volto di una gara fin lì a senso unico".

"La seconda cosa che l’Inter si è portata a via dalla Spagna è il fatto che in determinate partite il turnover va contenuto. E, se limitiamo il discorso all’attacco, Thuram ha un impatto europeo al quale è difficile rinunciare. Specie se il cambio è Arnautovic, che ha mostrato limiti evidenti: non si è assenti per caso dalla Champions per 12 anni consecutivi. Thuram è entrato nella partita in un attimo, l’austriaco mai, neppure per un istante. Il feeling tra Thuram e Lautaro è oggi non replicabile. Ed è un fatto da tenere in grande considerazione", chiude Gazzetta.



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